Era Natale, un Natale piuttosto strano quello a casa Aku, ogni Natale del resto è piuttosto strano a casa mia. Ma non tergiversiamo, credo che avessi vent'anni all'epoca, forse meno. La cosa più strana è che dopo la classica abbuffata emiliana, mi ritiravo pieno come un uovo nella mia ex-camera.
Tutti all'epoca tutti avevano le PSX piratate. PSX che adesso si definiscono moddate per darsi un tono di non essere considerati maledetti pirati con la consapevolezza odierna.
A proposito, non credete mai, assolutamente mai, a chi vi dice
"Io avevo una Playstation e non giocavo ai giochi..."
O mente, o non giocava, in ogni caso, merita pochi oren, kudos o rupie. All'epoca, tutti copiavano giochi a manetta, e dalla mie parti c'era un giro illegale, foraggiato specialmente dai negozianti che lasciava stupiti per quanto si fossero applicati con indomita solerzia, a fregare Mamma Sony con metodi empirici. Penso di aver giocato a dischi con la dicitura CD-R per almeno 10 anni, però, sapete, siamo sempre collezionisti dormienti alla fin fine, prima o poi ci scappa qualche gioco originale. Insomma, avevo una pila di giochi esagerata da provare, mentre digerivo la salsa con uova e prezzemolo di mia madre, una cosa straordinaria, che migliorava ogni anno, come la ludoteca di Sony. All'epoca il mio spacciatore di giochi favorito faceva le confezioni lui, una cosa triste, ma romantica. Allego foto di repertorio di questo negoziante "Gioca e Divertiti" (All'italiana eh, mi raccomando, basta non pagare)
Facciamola corta insomma, e parliamo del gioco in questione o vi potrei ammorbare con tutti gli aneddoti di un gamer vetusto come me. Afferro una delle custodie e leggo sopra con il pennarello nero "KING OF DESTINY" «Mah» - penso - «Forse è un gioco di ruolo giapponese, e vediamo»
Speriamo non lo sia. Tremante, inserisco il CD nel vano. Appare il logo SONY...il gioco parte quindi, «..è già un progresso» - pensavo - sospiro di sollievo e procediamo. Ad una certa compare una scritta gialla "King Of Crusher" anche se ero fesso anche all'epoca, meno di adesso, mi resi subito conto che il titolo sul Cd piratato era stato scritto in maniera sbagliata. Capitava spesso peraltro, al mio spacciatore interessava il grano non la precisione sulle sue copie illegali.
Dopo un attimo di esitazione, su schermo, accade veramente di tutto.
Un camion pompieri sfreccia su un tappeto color fucsia, la grafica della cutscene a cui sto assistendo è a dir poco oscena e per tali motivazioni ipnotizzante come poche cose al mondo. Poi parte una BGM super cheap che mi ricorda vagamente "Sono un Fenomeno Paranormale", indimenticabile commedia italiana di Sergio Corbucci con Alberto Sordi (e con il santone indiano Babà Sho) poi il bambino, in un impeto di furia, anzi, stato di furia, solleva il camion, che si scopre essere un giocattolo, e lo distrugge con una feroce rabbia, calpestandolo con foga omicida. Cosa sto guardando? No scusa.
Semplicemente troppo assurdo scriverlo, figurarsi viverlo di persona, la prima volta.
La scena, muta, il bambino si è fatto uomo. Da una sala parto esce un'infermiera con un pupo appena sfornato, a quel punto mi rendo conto che il bambino dell'introduzione, è l'uomo che aspetta suo figlio. Alla vista della sua prole, il nostro Tamashiro Damashii ha un'espressione indimenticabile.
Non sembra esattamente contento, e la smorfia che brutalizza il suo volto, vuoi per la grafica, povera e smunta o vuoi per la stessa espressione che assume, ricorda a metà un Lando Buzzanca orientale che viene colpito sulle gonadi con l'aggiunta di un Franco Franchi in stato di grazia.
Tutto questo è troppo assurdo e siamo solo all'inizio.
Caratteri cubitali again, King Of Crusher.
Mi rendo conto che è tutto in stretto idioma japponico. Nessun problema. All'epoca ero ancora più onnivoro di adesso. Faccio partire sto gioco e vedo dei fiori di ciliegio in real-life, poi un moscone in una grafica grezza ed immonda. No, mi sto sbagliando è un moscone alieno.
Un moscone alieno che svolazza su uno sfondo reale. La grafica è semplicemente agghiacciante, lo era all'epoca, figurarsi adesso, se vi venisse in mente la malaugurata idea di volerlo recuperare e giocare. Il moscone, che sembra uscito da un tokusatsu di quart'ordine, riesce ad entrare nella stanza dove l'uomo, neo padre, vive con la moglie ed il figlio e lo punge a tradimento sul collo. Dopo la smozzicata, l'uomo diventa di varie colorazioni, letteralmente, poi il moscone dice o pensa qualcosa (non è importante!) Qualcosa che a distanza di anni, scoprì d'aver vagamente capito. Grazie ai provvidenziali Let's Play sparsi sulla rete, pochi ma illuminanti.
Non possiamo far del male agli essere umani nel gioco, solo scappare e continuare nella nostra opera di metodica distruzione. Mentre devastiamo la nostra stessa casa, scopriamo che ci sono due barre nella parte bassa dello schermo, una decresce mentre l'altra aumenta. Una è il tasso di devastazione, l'altra è la barra della nostra vitalità. Più distruggiamo più la barra vitale decresce ma lentamente, ciò significa che il pestifero moscone alieno ci ha pure avvelenati. Possiamo spaccare porte, mobili, armadi, tutto a cazzotti, calci e testate. Ben presto una schermata ci segnala che il livello è finito, indicandoci in tasso di distruzione perpetrato, il tempo impiegato e cose così. Veramente bizzarra la scritta "Now, you are free!" ... Quindi il gioco in pratica è distruggi tutto ciò che puoi, per riempire il tuo misuratore della dopamina e raggiungere la fine del livello? Oh no (again).
Nel secondo livello ce la prendiamo con il nostro ufficio, o perlomeno quello presumo che sia. Sfasciamo tutto il nostro odiato posto di lavoro, senza alcun ritegno. Che liberazione. Che questo gioco fosse assurdo lo avevo capito, ma persino in grado di muovere alla preveggenza, non me lo aspettavo di certo. Dopo aver annichilito la nostra postazione di lavoro, le forze dell'ordine iniziano a farsi avanti, dopotutto siamo una scheggia impazzita nella società giapponese, questo è inaccettabile.
Un'ennesima pessima sequenza in FMV, con grafica sempre terribile ed oscena, ci informa di una nuova bizzarria del gioco che presto farà capolino nel gameplay, un cane che sembra uscito da Biohazard assalta il nostro eroe mentre sta cercando di fermare le sue smanie di distruzione, ma un lampo improvviso ci fonde con l'animale. Ora sembriamo più un mostro uscito da Guyver ad onor del vero. Adesso l'obiettivo è distruggere un parco pubblico, il parco pubblico di Segagawa, per l'esattezza, località realmente esistente in JP. È una roba biografica? Inizio a pensarlo seriamente. Sfasciamo distributori di bibite, transenne, alberi, ma stavolta la polizia inizia a spararci addosso, noi non possiamo opporci alla violenza del governo, è lecito infatti distruggere cose non persone in King of Crusher. La trasformazione graduale è l'apice della follia, ma ancora non basta.
il booklet del gioco illustra perfettamente la follia che ci aspetta, ma non voglio privarvi della sorpresa che vi aspetta... |
CONSIDERAZIONE FINALE
Non fatevi ingannare dalle apparenze però. Hakaiou non è un gioco stupido ed inutile come sembra, affatto. In realtà questa sorta di Katamari Damacy distruttivo, è una meditazione veramente geniale sull'impulso umano di scagliarsi e distruggere la società in nome della nostra presunta libertà di esseri umani. Specialmente quando ci sentiamo costretti a ricoprire ruoli con regole prestabilite, come quello del padre, o marito, o sottoposto, o redattore, o anche quello del mero cittadino...
È anzi, piuttosto paradossale che l'abbia fatto gente che proviene per inflessione da una cultura notoriamente sottomessa al potere e alla sua rappresentazione. Piuttosto che celebrare esteriormente questa spinta e questa ricerca di evadere dagli schemi sociali, preferisce occludere la sua ricerca di libertà a favore dei ruoli, accettando remissivamente quello che il mondo nazional-militare ha deciso per loro. Ma il gioco, al contempo, vuole anche ricordarci che alcune delle stesse cose che sembrano legarci a queste miti miraggi, possono anche essere fonte di gioia e soddisfazione. Come un figlio o una tranquillità familiare raggiunta. Sono vincoli e catene che dobbiamo distruggere o che dovremmo distruggere. A seconda della lettura al gioco che vogliamo stabilire, il personaggio principale è vittima di una circostanza sfortunata, ed assurda (il morso del moscone alieno) o forse un personaggio cattivo, un antieroe. Ha numerosi livelli di significato un gioco in cui il giapponese medio può sfogare tutta la rabbia repressa dalla sua vita inquadrata spaccando sostanzialmente il mondo. Lo voglio rigiocare comunque, voglio spaccare tutto.
2 Commenti
Ma ne hai altri 8 così? Ti prego dimmi di sì che già adoro questa rubrica.
RispondiEliminaTi capisco benissimo sul fascino sui "giochi brutti" (anche se mi piacerebbe definirli in altro modo, per distinguerli da quelli brutti e basta), scavare nel sottobosco della produzione nipponica è dannatamente stimolante, specie quando propone cose così fuori di testa.
Con colpevole ritardo, un grande classico di questo blog :D sì, ne ho altri.
EliminaNe ho inserito un altro proprio in queste ore. Grazie. Mi manca questa visione scatologica dei giochi attuali. Ormai sono ben pochi i giochi "brutti" (ma Onechambara Origins, resiste!)