[二つ] SEKIRO SHADOW DIE TWICE: VIDEOGAME HISTORY


Cari amici di GMC continua il nostro specialone sulla mitologia di Sekiro: Shadow Die Twice attraverso il folclore e le leggende nipponiche che sono riuscito a rintracciare e compliare, spero correttamente. Non perdiamoci oltre, dunque, e riprendiamo dalla precedente puntata, eravamo rimasti agli effetti dell'acqua divina o maledetta...

OMUKADE & DRAGHI

[CONTINUA] Nel folklore giapponese, l'Omukade è uno yokai. Essenzialmente, si tratta di una creatura leggendaria che prende la forma da un centopiedi gigante. In tempi remoti, dove le divinità camminavano tra i mortali, si diceva che questi esseri possedessero caratteristiche simili a quelle dei draghi, ed erano noti per tormentare proprio questi ultimi, come riportano le più antiche leggende giapponesi, definendoli le varianti oscure dei nobili Draghi. Gli yokai non appartengono propriamente al regno animale ma nonostante sussista questa differenza, lo ricordano vagamente; sembrando, una sorta di deformazione del mondo naturale, come il caso del celebre Tanuki (il famoso procione/icona di innumerevoli prodotti e videogiochi) oppure Oogumo (il mostruoso ragno femminile yokai che abbiamo combattuto in Nioh e Nioh2) e molti altri esemplari "mostruosi" del regno animale.

Queelag, la strega del caos di Dark Souls, è chiaramente ispirata al mostruoso yokai Ogumo che appare nei Kaidan giapponesi (storie di fantasmi), saggi, materiale popolare e così via. È stato menzionato in vecchi libri come "Inu hariko" oppure lo "Shoko-ki" (una raccolta di storie di fantasmi originata durante la dinastia cinese Tang) e il famoso "Heike Monogatari" (letteralmente, Il racconto della famiglia Taira) è conosciuto anche come Tsuchigumo (letteralmente, ragno di terra).

Gli Ōmukade appartengono esattamente a questa categoria, si tratta di mostruose aberrazioni del noto millepiedi tutt'ora esistente in Giappone Mukade (Scolopendra Subspinipes), presente sul suolo giapponese fin dai tempi antichi, ma trasfigurato in un orribile mostro gigante mangia uomini. Si diceva che questo yokai molto aggressivo fosse così grande da avvolgere le sommità delle montagne e così forte da poter tormentare i draghi immortali che vi dimoravano sulle sommità. Ci sono molte leggende a tal proposito, la più famosa è senza dubbio la leggenda del Monte Mikami, ma ve ne sono numerose sparse tra la prefettura di Gifu ed Edo in quel periodo  

«Molto tempo addietro, nei recessi montagnosi di Hida si registrarono diverse sparizioni di persone. Le persone venivano portate via di notte e nelle loro case rimanevano solo enormi buchi sul terreno come testimonianza della loro macabra sparizione. Spesso gli abitanti trovavano buchi anche sulle pareti o sui soffitti, tra le assi spezzate. Numerose ricerche condussero gli abitanti del luogo ad un buco misterioso, scavato proprio in mezzo alle aspre montagne rocciose vicino al villaggio di Hida.
Ma i popolani, temendo di morire orribilmente e percependo forze malvagie in opera, aspettarono un ronin vagabondo dal braccio fermo e dalla mente lucida per affrontare ed esplorare la tana della bestia...»

«...la creatura venne dunque intelligentemente asfissiata nel suo covo, bruciando per tre giorni aghi di pino, fino a quando le fumigazioni ripetute non la fecero uscire, desiderosa di mietere vittime, tra gli strilli terrorizzati della gente di Hida. Il Ronin piazzò un colpo deciso sulla testa della creatura indebolita, uccidendola sul colpo, sputando sulla sua katana prima di sferrare il colpo letale. Successivamente la creatura venne esaminata attentamente dalla popolazione e da alcuni uomini che lo Shogun aveva inviato. La creatura presentava un corpo scuro e viscido ed una lunghezza di oltre 20 shaku...» (antica unità di misura - circa 20 metri) «...sotto la sua corazza, centinaia di arti brillavano di uno spettarle colore arancio, mentre pallide macchie verdi le conferivano un aspetto antico e malvagio...»
 
I millepiedi in Sekiro sono il risultato delle acque che garantiscono
l'immortalità del Drago Divino.

Ci sono, come tutti gli insetti mitici, molti racconti su varianti sovradimensionate di questi insetti. Mentre i veri millepiedi crescono fino a un massimo di venti centimetri, le leggende ci narrano che le loro controparti di origine mitologica/yokai fossero in grado di crescere fino a proporzioni titaniche, con le varianti più anziane che si avvolgevano intorno alle catene montuose e spaventando persino i possenti draghi. I draghi ed i millepiedi hanno una precisa funzione narrativa in Sekiro. Prima di tutto gli Omukade sono spesso descritti con caratteristiche simili a quelle di un drago, e rappresentano nelle leggende più vecchie una sorta di variante oscura del drago, inoltre in alcuni casi questi mostruosi yokai si sono contrapposti proprio a questi esseri divini. Draghi e Millepiedi hanno una precisa funzione mitologica nel gioco.

Il morso di un insetto [reale] mukade è velenoso e molto doloroso, ma raramente fatale per l’uomo. Le zanne dello yokai Omukade invece, sono letali. Le leggende dicono che il suo esoscheletro è così duro al punto che non può essere trafitto da nessuna tipologia di armi, curiosamente però, la saliva umana è tossica per loro. Un'arma munita di saliva può essere infatti in grado di penetrare attraverso la sua armatura e ferirla facilmente. Il perché è stato dimenticato dalla razza umana ma non dagli yokai a quanto pare.
 
È interessante notare alcuni aspetti della controparte reale del centopiedi mangia-uomini. Anzitutto, tutti i giapponesi (o buona parte di loro) le crede creature intimamente malvagie, e le uccide senza alcun rimorso anche perché a questi viscidi esseri piace nascondersi in luoghi caldi ed accoglienti come scarpe, servizi igienici e persino tra le lenzuola. C'è anche la convinzione piuttosto diffusa tra la popolazione che questi millepiedi si avvicinino all'ignara vittima durante il sonno e abbiano una netta preferenza per le cavità del corpo umano come orecchie o naso. C'è molto materiale di riferimento a tal proposito, sia su manga che anime di natura essenzialmente orrorifica (J-Horror oppure Saiko-horaa).

Ovviamente Junji Ito.
Ovviamente Uzumaki.


Il morso dell'insetto Mukade è molto doloroso e quando si viene morsi da un esemplare che supera i dieci centimetri è meglio consultare al più presto assistenza medica,
così almeno dicono le guide giapponesi di salute pubblica che comprendono ragni velenosi, rospi saltatori ed immancabili roditori nel territorio nipponico più periferico alle enormi metropoli affollate. Sono creature piuttosto coriacee, difficili da uccidere, anche dopo essere state esposte a spray nocivi, fuoco e persino acqua bollente.
Solitamente sono più abbondanti nella stagione delle piogge, che va all'incirca da Giugno ad Agosto. Organismi simili rilasciano o iniettano veleno in altre creature, utilizzando zanne o un pungiglione, mentre il veleno del Mukade è invece prodotto da una ghiandola attaccata alla sua testa e di preciso dalle mandibole, curiosamente, anche la sua controparte videoludica porta gli attacchi dalla testa. Terminato questo breve excursus insettoide, quello che ci interessa è il significato legato a questo esemplare della famiglia dei miriapodi, non la sua natura strettamente animale. In Giappone questi insetti sono spesso usati come simbolo del male che permane e che si nasconde nell'oscurità insita in ogni essere umano e celata ai più. In Sekiro l'Omukade è l'esatta controparte del drago, sebbene sia di origina malevola. Il che ha perfettamente senso se accettiamo l'idea che i disgustosi millepiedi di Sekiro siano nati proprio dalla corruzione del Sangue di Drago.

La spada che il Drago Divino impugna (Spada dalle Sette Lame) è un antico manufatto rituale, che storicamente fu donato dal re di Baekje al re di Yamato. Il regno di Baekje apparteneva all’antica Corea del Sud, mentre il regno di Yamato era quello nell’antico Giappone. Questa vicenda è riferita nel Nihon Shoki, uno dei più antichi testi nipponici, in cui sono narrati in ordine cronologico gli eventi storici del Giappone, sin dal tempo delle divinità e degli eroi.

Considerando la poesia nel sottotesto in Sekiro non è affatto da escludere, oltretutto lo scontro con Sekiro e il Drago dell'Albero di Sakura (il nome reale non è Drago Divino) non sembra essere di natura terrena ma bensì spirituale, visto che avviene dopo che Lupo ha pregato presso una roccia sacra (iwakura) e ha superato diversi Torii, che nella tradizione nipponica indicavano proprio le porte d'accesso per il mondo sacro/spirituale e che sono infatti presenti in tutti i templi dedicati ai Kami
nel Sol Levante. Durante il gioco viene inoltre specificato da alcune descrizioni che questo potere d'immortalità era "destinato" ad un'altra terra...ma si è dovuto fermare sui cieli di Ashina perché aveva attirato l'attenzione di diversi Kami, tra cui il Drago Sakura che lo aveva reclamato per sé per poi garantire ad un particolare erede il "Retaggio del Drago", ovvero l'immortalità.

Come tutti sanno, tra un Kami ed il popolo che lo venera, si forma un legame assai speciale: i fedeli si impegnano a rispettarlo e a servirlo e la divinità, in cambio, si prende cura di loro e adempie alle loro richieste secondo la sua natura divina. Se però le condizioni dell’accordo non sono rispettate, allora la popolazione subirà la collera della divinità, il che è esattamente quello che avviene in Sekiro e in molti altri videogiochi di matrice nipponica.

Il Drago Divino
si stabilì poi sulla montagna più alta di Ashina. L'acqua e la terra in quest'area divennero parte del Dio, luoghi sacri, perché collegati intimamente al regno divino e così l'acqua iniziò a scorrere a valle, ad un ritmo molto lento. La sorgente pian piano giunse alla base della montagna, dove si trovava il castello del clan Ashina e donò loro il famoso "Retaggio del Drago".
O almeno questo fu quello che tutti credettero. Ma come abbiamo nella scorsa puntata, se l'acqua ristagna e smette di essere pura ed incontaminata, iniziano i guai. Le Acque del Ristoro infatti attraversano un piccolo villaggio chiamato Mibu e si gettarono nelle profondità di Ashina ma erano ormai inevitabilmente corrotte.
Proprio nel villaggio di Mibu successe qualcosa di inaspettato però. Le persone che bevevano l'acqua non potevano più morire. Erano immortali e sempre più attratti morbosamente dall'acqua magica che scorreva nella piccola risorgiva su cui si affacciava il loro piccolo villaggio, ma con risultati a dir poco disastrosi. L'acqua li trasformava rendendoli corpi vuoti e privi di scintilla vitale, desiderosi solo di continuare ad abbeverarsi e perpretrare violenza contro i vivi.
Il Drago Divino infatti garantiva la vera ed unica immortalità solo attraverso il sangue dell'Erede Divino, ovvero una persona specificamente scelta per sopportare il potere del Kami. L'acqua impura non è altro che un semplice effetto collaterale della stagnazione di essa.
Quando ormai l’ossessione dell’immortalità e la volontà innaturale di prolungare la propria esistenza, si era ormai diffusa tra il popolo di Ashina, specialmente dello stesso clan, destinato a scomparire perché in guerra contro il Governo Centrale, Isshin e il suo clan videro in quelle acque mistiche un modo efficace per sconfiggere l'assalto del ministero. Le storie del villaggio di Mibu del resto, cominciavano a farsi sentire in tutta la valle ed erano arrivate al Governo Centrale. I monaci di Senpou e lo stesso Isshin ascoltarono i racconti delle Acque del Ristoro ed entrambi ne abusarono consapevolmente.

Una tradizione di matrimonio nel villaggio di Mibu era quella di inviare lo sposo e la sua sposa in un viaggio nella terra degli Dei. Quando i due arrivavano nel reame celeste veniva offerta loro Acqua del Palazzo della Sorgente ovvero acqua pura prelevata dalla sorgente stessa. Ma un terribile destino attendeva chi beveva quelle acque sacre. Quando veniva bevuta, quest'acqua rendeva schiavi gli umani e li trasformava in creature simili a pesci (i Nobili del Palazzo della Sorgente) e li vincolava per l'eternità al Palazzo. Inoltre l’invecchiamento causato dagli abitanti del Palazzo della Sorgente a Sekiro/Lupo (come attaccco di debolezza) è una splendida citazione alla leggenda di Urashima Taro.

La trama di Sekiro ci dice quindi che il Retaggio del Drago proviene da un essere “superiore” che in cambio di fedeltà ed offerte ha donato ad alcuni umani da lui selezionati, la capacità di sfuggire alla morte, esattamente come hanno fatto i Grandi Esseri di Bloodborne.
"Il
Mal di Drago", adattato poeticamente ma malamente dal termine originale ovvero
Ryū-seki - "Tosse del Drago" - va letto specificamente come una conseguenza della volontà umana di scardinare l’ordine naturale delle cose e ottenere l'immortalità, senza accettare il preciso volere Divino.
Questo legame ci porta dunque all'ennesimo collagamento allegorico con tutto l'universo SoulsBorne ma nondimeno, ci offre una spiegazione alquanto chiara di cosa sta esattamente succedendo in "Sekiro: Le Ombre Muoiono Due Volte. Dopo una pioggia di origine divina,
questa miracolosa acqua ha iniziato a scorrere attraverso le radici del Drago Divino (che è in parte un albero di ciliegio) e successivamente si è depositata nei recessi di Ashina, corrompendosi inevitabilmente.
Ci sono solo 2 tipi di accesso all'immortalità in Sekiro: il Sangue Divino dell'Erede, scelto dal Drago, rappresenta il metodo più puro. Le Acque Sacre corrotte dalla loro lunga discesa ad Ashina alla base della montagna sono un metodo eretico, così come bere Acqua Pura del Palazzo della Sorgente. Se bevi acqua corrotta che ha attraversato il suolo, diventi immortale, ma il tuo corpo e la tua mente sono destinati a decadere e perire. Allo stesso modo, assumere acqua al Palazzo della Sorgente ci trasforma in orribili uomini-carpa immortali. In ambedue i casi il dono dell'immortalità è una maledizione, perché tenta di oltrepassare la volontà divina.
Presumibilmente, i centopiedi divennero immortali perché finirono nell'acqua, successivamente furono in grado di parassitare a loro volta altri esseri con la loro immortalità raggiunta per vie traverse, sebbene di natura corrotta.
Torniamo mesti al mostruoso Omukade e alle sue analogie con i temibili Draghi.
 
Katsukawa Shuntei
Titolo: il Guerriero Fujiwara Hidesato battaglia con il millepiedi gigante
(circa 1815/1820)

In relazione alle leggende di questo mostruoso yokai, è ancora più interessante questo aspetto che ho trovato nel libro di Shigeru Mizuki: l'Omukade fu ucciso da un guerriero di nome Hidesato. Nella storia del folclore, Hidesato dovette scalare una montagna su cui il gigantesco Omukade si era avvolto tutt'intorno ad essa. Dopo aver ucciso lo yokai, Hidesato fu ricompensato dalla figlia del re dei draghi con un sacco di riso che non si sarebbe mai svuotato (tra le altre cose, un rotolo di stoffa infinito, una campana che poi Hidesato regalò al Tempio di Mii-dera, e una pentola che creava il cibo dal nulla) dalla fanciulla divina che cercò il suo aiuto. Suona familiare? Sekiro incontra, proprio durante la sua avventura, una bambina divina che agisce essenzialmente come una fonte infinita di riso. L'incontra esplorando il tempio Senpou e scalando il monte Kongo che è letteralmente corrotto da monaci in putrefazione che vivono in mezzo ai millepiedi e ne sono perfino infestati. La Divina Figlia del Ringiovanimento è l'ultimo portatore vivente della falsa eredità del drago, creata dai monaci Senpou che hanno abbandonato la loro fede alla ricerca dell'illusione dell'immortalità. C'è molto da raccontare su questi aspetti. Ci sono molti aspetti da analizzare.

Nonostante la Fanciulla non abbia l'abbigliamento tipico di una Miko, come i riconoscibili pantaloni rossi (Hakama) il nome non lascia spazio ad alcun dubbio. Inoltre è bene precisare che le sacerdotesse in antichità e durante precise cerimonie, avevano paramenti ed ornamenti diversi da quelli più riconoscibili.  

Anzitutto analizzando l'etimologia persa del nome originale, si evince che la "Fanciulla Celeste" è una Miko, ovvero una sacerdotessa. Un breve accenno alla figura delle Miko penso sia necessario per comprendere meglio questi aspetti non così tanto marginali nel gioco. Le origini delle Miko, si perdono naturalmente nella leggenda giapponese fin dai tempi antichi; spesso si trattava di figlie di sacerdoti, che ereditavano il tempio e gli obblighi sacri del loro ruolo, sono figure da sempre presenti nella cultura di anime, manga, videogiochi e ogni interazione pseudo-fantastica del Sol Levante. In epoca antica si trattava di figure legate allo sciamanesimo che attraverso trance autoindotte attraverso fumigazioni o l'ingerimento di specifiche radici o piante, trasmettevano ai sacerdoti, spesso maschi, le parole e le volontà delle divinità. Progressivamente però i loro compiti si sono considerevolmente ridimensionati, specialmente in concomitanza con la progressione socio-culturale che il Giappone ha attraversato. Le Miko, chiamate anche "Vergini dell'Altare" ma anche "Streghe", "Sacerdotesse" o "Novizie", adesso sono giovanissime ragazze addestrate a svolgere compiti essenziali all’interno dei santuari Shinto sparsi per il Giappone, tra cui la pulizia sacra, specifiche danze cerimoniali, e numerosi compiti legati alla tradizione, alle feste sacre, o alle numerose ricorrenze che si succedono nel calendario nipponico con certosina scadenza. Inoltre gestiscono e vendono ai visitatori dei templi, oggetti shintoisti associati al tempio che custodiscono come Ema, Omikuji, Omamori (talismani ed amuleti di varia foggia e natura) la cui trattazione di poterebbe via fin troppo tempo.

Le Miko sono per lo più ragazze volontarie oppure in alcuni casi, sono lavoratrici part-time, il loro ruolo è stato considervolmente ridotto nel corso dei secoli, assieme ad esso, anche i loro obblighi divini. In antichità la sacerdotessa dell'altare non poteva sposarsi o fidanzarsi, ed era tenuta a restare vergine ed illibata. Al giorno d'oggi, non è più così. È persino possibile servire in un tempio in periodi prestabiliti come Primavera oppure Autunno e poi tornare nel frenetico mondo moderno.    

Tornando a Sekiro, c'è un altro dettaglio interessante. La Fanciulla del falso Retaggio Divino possiede la "Lama Mortale" ed è disposta a darla a chiunque possa sopravvivere al suo letale acciaio cremisi. Inutile menzionare il riferimento a numerose lame/spade maledette/velenose nel folcore giapponese come le lame maldette di Muramasa Sango o la leggenda di Yukihira, o ancora, le Tredici Lame del Signore dei Demoni Akuma. C'è una vasta gamma di riferimenti su queste armi maledette che ancora oggi è frutto di superstizione in Giappone. Va puntualizzato, sebbene a margine, che è un errore piuttosto grossolano e in sede di traduzione/adattamento è stato rinominare "La Divina Figlia del Ringiovanimento" (Hen Waka no Miko) semplicemente "Fanciulla Celeste" o "Divine Child" ; così come rinominare "Lama Mortale" quella che in realtà si chiama "Fushigiri" (letteralmente "Tagliare l'immortalità") specialmente per via del fatto che la Fushigiri è un elemento chiave in Sekiro: Shadows Die Twice. Questa Odachi (una tipologia di spada giapponese lunga, grossa e pesante) è la sola arma in grado di uccidere un immortale e recidere, per l'appunto, le catene/radici dell'immortalità di chi colpisce e le possiede. Una volta ricevuta in dono, potremo in effetti uccidere diversi nemici/mob come alcuni monaci anziani e creature corrotte del Tempio di Senpou che prima di ricevere la Fushigiri, erano semplicemente immortali/invincibili alle nostre armi classiche. "La Fanciulla Divina", rendendosi conto che la missione di Sekiro è quella di recidere per l'appunto i legami d'immortalità del suo giovane signore (Kuro), decide di aiutarlo nella sua ricerca, donandogli il prezioso riso che abbiamo visto nella leggenda di Hidesato, oltre che la lama che "toglie" la maledizione dell'immortalità. Anche la salita del Monte Kongo di Lupo serve come riferimento per Hidesato, poiché nella leggenda, anche lui raggiunge la cima di una montagna dopo un periglioso cammino.

La Fushigiri ha alcuni dettagli molto interessanti, ad esempio la guardia (tsuba) ha la forma di un fiore di Loto. Il fiore di loto è venerato in Giappone per la sua capacità di sollevarsi dalle acque sporche e torbide per poi sbocciare in un bellissimo fiore puro. Questo processo simboleggia l'acquisizione dell'illuminazione. L'idea è che possiamo elevarci al di sopra della sofferenza umana allo stesso modo del fiore di loto, passando dallo stato di coscienza più basso a quello più alto, è fortemente simbolica. Questo fiore è anche presente nel Buddismo.



"Nessuno pensa mai a queste cose così semplici ed essenziali"

 "Se una mela può donare l'immortalità, un bruco che se ne ciba, può diventare un essere immortale? Così come la fanciulla che normalmente le dà un morso?"

H. Miyazaki

È largamente ipotizzabile, specialmente dopo queste dichiarazioni, alquanto limpide e dell'autore principale del gioco, che in Sekiro le persone che hanno bevuto le acque sacre che scorrono a valle, possono verosimilmente finire per bere i resti di uno di quegli insetti che finiscono nelle acque ringiovanenti (per esempio le lumache del Villagio di Mibu) ereditando di fatto la Malattia del Drago e la conseguente corruzione delle carni. Se l'acqua diventa corrotta, gli insetti che vi dimorano dentro o vi galleggiano sulla superficie sono corrotti a loro volta? la risposta a questa domanda è chiaramente positiva. Quando questo accade, questi insetti corrotti, si nutrono del loro ospite a loro volta, esattamente come una forma parassitaria al loro interno, si veda "Scimmia Guardiana" (Scimmia Bodhisattva) o "Monaca Corrotta" (Monaca peccatrice/deviata) oppure i monaci Senpou, letteralmente infestati dai millepiedi presso il vasto complesso di edifici situati sul Monte Kongo.

C'è un dettaglio piuttosto inquietante nel villaggio decadente di Mibu: gli abitanti sembrano cibarsi di lumache e bere l'acqua corrotta del lago vicino, ciò spiega la loro condizione di "shibito" (cit. Siren) non del tutto morti ma nemmeno non del tutto vivi, intenti a continuare le loro mostruose abitudini giornaliere, come pattugliare o coltivare il loro marcescente agglomerato di casupole e baracche, esattamente come avveniva nel gioiello di Keiichiro Toyama (Forbidden Siren)

Nel villaggio di Mibu è possibile parlare con il Gran Sacerdote mentre è intento a bere acqua del lago. Inoltre potremo incontrare Shosuke, uno dei pochissimi NPC a spiegare a Lupo, sebbene vagamente, l'origine della malattia nel villaggio di Mibu. Quest'acqua corrotta sta effettivamente rendendo immortali i villlici, ma ad un amaro costo. Il loro corpo è in completa decomposizione, la mente sta svanendo, e il villaggio di Mibu, letteralmente "Vita nata dall'acqua" è un luogo infestato con cadaveri ambulanti.

Yao Bikuni, la carpa e la carne di sirena

Un altro personaggio importante in Sekiro è la "Monaca Peccatrice", erroneamente definita "Monaca Corrotta" nella traduzione/adattamento. I gamers l'affrontano per la prima volta proprio nel villaggio sotterraneo di Mibu, dove l'epidemia d'acqua impura ha colpito la popolazione, e poi nuovamente ci scontriamo con questo temibile boss, all'ingresso del Palazzo della Sorgente Divina.

La prima versione della Monaca Peccatrice è in forma esoterica
sono distinguibili i paramenti sacri da monaca buddista e la classica collana nenju.
  

La maschera che la Monaca indossa è quella di un demone Honnari Hannya
ovvero un demone (oni) femminile chiamato kijo che appare nel teatro Noh

e kyōgen. Ci sono tre gradi di demoni hannya: namanari, chūnari e honnari.
La maschera ritrae le anime delle donne che sono diventate demoni a causa dell'ossessione o della gelosia.

Una volta raggiunta la terza fase del suo combattimento, dopo il secondo scontro con il boss (il secondo scontro avviene presso il Palazzo della Sorgente) scopriamo che anche la monaca in realtà è posseduta da un orribile millepiedi mukade. Dopo averla sconfitta, vediamo dalla sua stessa descrizione della memoria che il suo nome era "Sacerdotessa Yao", un chiaro riferimento alla sacerdotessa buddista Yao Bikuni e alla sua leggenda.



Questo ci porta a scoprire un nuovo tassello di questo complesso ma affascinante mosaico: la leggenda di Yao Bikuni e della carne di sirena, una delle leggende popolari più famose del Giappone. Le variazioni di questa storia possono essere trovate in tutto il paese e sono numerose. La maggior parte delle versioni della storia coinvolge un pescatore che cattura uno strano pesce antropomorfo, lo porta a casa per cucinarlo ma un suo amico gli consiglia di non mangiarlo viste le fattezze strane e bizzarre. Quel pesce era in realtà una ningyo, in pratica, una sirena giapponese. Il pescatore, sempre secondo la leggenda, mise in disparte il pesce, sebbene alcune versioni della storia specificarono che era molto povero e che quel pesce strano fu catturato dopo una tremenda carestia che aveva colpito il suo villaggio. Quello che l'uomo non poteva immaginare però era che sua figlia, affamata, si infilasse in cucina e lo mangiasse comunque nonostante l'aspetto mostruoso. La figlia venne quindi maledetta dall'immortalità e divenne nota come Yaobikuni, la monaca di ottocento anni. Ecco un'interessante variazione tradotta da "Racconti della leggenda di Yaobikuni" di Takeshi Noji. Da notare la differenza su come viene scoperta la carne di sirena.

"Un giorno un fedele buddista fu invitato a cenare ed intrattenersi a casa di un uomo che non aveva mai incontrato prima. Istruito dai precetti del Buddismo sapeva che molti di questi inviti portavano a luoghi come il Palazzo del Re Drago o la dimora di un morto. Quindi accettò l'invito, ma rimase in guardia. Quando raggiunse la festa e partecipò al banchetto, vide che gli veniva servita carne di sirena. Fu molto disgustato dal banchetto e non mangiò nulla, ma si fece scivolare in tasca un po' della carne di sirena come ricordo della sua strana avventura. Sfortunatamente, quando tornò a casa quella stessa sera, sua figlia frugò nelle tasche del suo abito per vedere se suo padre le aveva portato un dolcetto ed ingoiò la carne di sirena. Da quel momento in poi la bambina non invecchiò mai più e fu maledetta. La sua vita divenne un'amara solitudine. Si sposò diverse volte, ma i suoi mariti invecchiavano e morirono mentre lei continuava a vivere. Anche tutti i suoi amici ed i suoi cari morirono. Alla fine si fece sacerdotessa e lasciò il suo villaggio per vagare per il paese. In ogni luogo che visitava, piantava un albero: cedro, camelia o pino. Alla fine si stabilì nel villaggio di Obama nella provincia di Wakasa (prefettura moderna di Fukui) dove piantò la sua ultima serie di alberi prima di sparire per sempre. Gli alberi sono ancora in piedi fino ad oggi e si dice che abbiano più di 800 anni"

Yaobikuni, il cui nome significa letteralmente "ottocento anni", è un personaggio presente in innumerevoli manga, anime e videogiochi. Tra i più noti va sicuramente segnalato Blade of the Immortal [Mugen no Jūni] di Hiroaki Samura, che ha ottenuto un ottimo adattamento anime e un film cinematografico Live-Action (di Takashi Miike)

Un'altra opera mirabile che tratta la leggenda di Yaobikuni è il manga (incompiuto) "La Saga delle Sirene" della leggendaria mangaka Rumiko Takahashi. Anche in quest'opera, romantica e suggestiva, è presente la leggenda della carne della sirena, la maledizione e l'immortalità che ne consegue.  
 
Yao Bikuni è dunque una figura ben nota nel folklore giapponese che si guadagnò l'immortalità dopo aver mangiato carne di un pesce leggendario catturato da suo padre. Lo stesso non si può dire forse per la versione umana della Sacerdotessa Yao di Sekiro?
Si tratta soltanto di una speculazione di carattere personale, tuttavia penso possa fornire alcune chiavi di lettura interessanti. Il gioco del resto non ci fornisce ulteriori dettagli in merito a questi aspetti specifici, ma la presenza di una Carpa Gigante e di tanti pesci che troviamo ad Ashina e presso Il Palazzo della Sorgente, rendono possibile alcune speculazioni a tal proposito. Anche la stessa Carpa Gigante (Koi) è collegata ad un mito molto preciso, ed ha unimportanza simbolica molto forte: la sua storia si intreccia con un animale mitologico importantissimo in Asia: il Dragone Cinese, emblema dell’immortalità e della saggezza, anche questo presente in Sekiro. Molte sono le leggende cinesi che raccontano questo animale, una tra queste riguarda proprio la famosa "Leggenda della carpa drago", vale a dire l’antenata della carpa koi/giapponese. Si tratta di un mito molto diffuso in Giappone ed in Cina che avete sicuramente visto o letto da qualche parte. Il mito cerca di spiegare l’origine ma anche l’importanza di questo fantastico pesce per gli orientali. Secondo un'antica leggenda infatti, una carpa che stava nuotando lungo il Fiume Giallo in Cina, si trovò davanti alle cascate situate davanti alle “Porte del Drago” (l'ingresso del Reame Celeste in ostanza). Indomita, questa carpa riuscì a superarle, affrontando anche innumerevoli ostacoli e gli Dei, ammirati, come premio, la trasformarono in Drago, donandole l’immortalità. Per questo motivo la carpa Koi è considerata un animale porta fortuna ed è un simbolo di longevità, rappresentata in molte opere d’arte e perfino nei famosi tatuaggi giapponesi (Irezumi). Per i giapponesi questa carpa rappresenta innanzitutto la perseveranza e la forza della volontà; facendo riferimento al mito cinese, questo pesce è riuscito a superare ostacoli apparentemente insormontabili pur di arrivare alla famosa porta del dragone e ottenere l’immortalità. 

"La Grande Carpa Colorata" del Palazzo della Sorgente, si basa su una variante colorata della carpa koi allevata a scopo ornamentale negli stagni da giardino nipponici. Sebbene quella in Sekiro sia di grandezza esagerata, essa conserva le caratteristiche ittiche della specie ma al contempo sembra bloccata in una sorta di mutazione umana e draconica.

È possibile che la Monaca Corrotta abbia mangiato una carpa per ottenere l'immortalità?
Naturalmente si tratta solo di una mera speculazione, che non trova riscontri oggettivi, tuttavia è una ipotesi da non scartare completamente. Abbiamo appurato che il marchio d'immortalità non è così benigno e senza effetti collaterali. Un centopiedi parassitario che si radica nella monaca corrotta è probabilmente un effetto collaterale indesiderato. Forse la monaca Yao intraprese un viaggio alla ricerca della fonte dell'immortalità e venne condotta infine al Palazzo della Sorgente?
Il suo ruolo non è ben meglio specificato, ma considerando che entrambe le Memorie (item appositi di gioco che hanno brevi descrizioni dei boss affrontati) la descrivono come un eterno osservatore ed un protettore. Sembra quantomeno plausibile presumere che la monaca Yao intendesse proteggere il Palazzo della Sorgente e la fonte delle Acque del Ringiovanimento dai monaci Senpou e da ogni indesiderato visitatore, non è un caso che sia posta a guardia proprio dei cancelli del Palazzo. Dopo aver compreso che i monaci stavano sperimentando sui bambini nel tentativo di replicare il potere del Retaggio del Drago, senza esiti, la Sacerdotessa Yao ha cercato di impedire che i monaci si avvicinassero alla fonte e potenzialmente facessero più danni? Nel Palazzo della Sorgente di Sekiro, il lago che compone gran parte dell’area è pieno di carpe e tra queste vi dimora proprio una carpa gigante che si dice sia immortale, (anche se in termini videoludici è l'esatto contrario).
I nobili del Palazzo probabilmente un tempo erano umani, come dimostra la storia raccontata dalle due anziane donne che si incontrano nelle stesse stanze del palazzo, e che narrano del padre divenuto uno dei nobili e successivamente servo della Grande Carpa Colorata menzionata prima. Sia quest’uomo che gli altri dignitari, se analizzati da vicino, hanno squame ed arti simili a pinne, il che dimostra che stanno subendo una trasformazione in esseri simili a pesci, e più precisamente...a carpe.

Il Nobile della Nebbia è stato considerato a lungo un nemico fuori posto in Sekiro. Troviamo questo essere intento a suonare il flauto, incurante di ciò che lo circonda. Una volta attaccato reagirà a malapena, traducendosi in termini ludici, ad una boss battle virtualmente impossibile da perdere. Non è un caso che sia circondato dalla nebbia e che il livello stesso sia un dedalo affumicato: il compito del Nobile della Nebbia è appunto quello di nascondere il villaggio di Mibu agli occhi indiscreti del Clan Ashina e del Governo Centrale, dopotutto il villaggio nasconde il segreto dell'immortalità. Il Nobile è stato inviato dal Palazzo della Sorgente con quel preciso scopo...impedire di scoprire il segreto della vita eterna.

Ci sono così tante altre chiare ispirazioni folcloristiche in Sekiro, come la correlazione tra i nemici senza testa e la creatura Kappa, i monaci Senpou, l'antica pratica Sokushinbutsu, le statue Jizō (Bosatsu) lo Shimenawa, i Taira, lo Shūki, Dogen...

Ma per ora dobbiamo salutarci, dandoci appuntamento alla prossima puntata, dove analizzeremo molti altri aspetti di Sekiro: Shadow Die Twice. 


Alla fin fine Lupo può contare solo sulla sua spada.
E sulla sua abilità.
Alla fin fine il gamer può contare solo sulla sua esperienza.
E sulla sua intuizione




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