RECENSIONE - Devil's Third: le motivazioni di un lupo

 

 Per Itagaki Devil's Third è uno dei suoi capolavori assoluti - Gamesurf 

Ormai conoscete alla perfezione il mantra di GMC : diamo spazio sempre e con molto piacere, ai giocatori che sanno cosa scrivere, che riescono a proporre punti vista diversi e che fanno riflettere con le loro visioni spesso distanti dalla stampa professionale, ma sopra ogni cosa, portiamo all'attenzione impressioni di Gamer professionisti e delle loro esperienze videoludiche.

Vi lascio dunque alla lettura di questa scorrevole recensione gentilmente offerta dal Gamer Wolf_Loz



LE MOTIVAZIONI DI UN LUPO

Sono molte le ragioni che mi hanno spinto ad acquistare un Wii U. Avendo respinto nell'ormai old gen le avances del Wii in favore di una fiammante Xbox 360, di sicuro la retrocompatibilità della console casalinga di ottava generazione firmata Nintendo ha giocato un ruolo di primo piano nella mia decisione.Inoltre l'aver passato circa sei lunghi anni senza giocare nemmeno una produzione della casa di Kyoto ha certamente contribuito a scaldarmi il cuore alla sola visione di Mario che saltellava in HD.Ma il vero motivo per il quale ho così ardentemente desiderato possedere l'ultimo hardware di casa Nintendo è la mia sconfinata passione per gli action di stampo nipponico.Esatto, avete capito bene.Potrei dirvi che due delle mie software house preferite in assoluto in epoca recente sono i Platinum Games e i Grasshopper Manufacture, o ancora potrei raccontarvi di quanto mi sia divertito a divorare nella passata generazione titoli del calibro di Devil May Cry 4, Metal Gear Rising, Killer is Dead e altri ancora.Potrei dirvi tante cose, ma alla fine quello che conta sapere è che ho preso un Wii U principalmente per tre ragioni: Bayonetta 2, The Wonderful 101 e Devil's Third.
 
"IT'S A SHIT STORM"

Immagino sia ormai noto a tutti il giudizio che la stampa internazionale ha riservato alle vicende del povero Ivan (il pelatone russo e tatuato, protagonista di Devil's Third). L'ultima opera di Tomonobu Itagaki è stata letteralmente e unanimemente stroncata in ogni suo aspetto, da quasi ogni recensore sulla faccia della Terra. Grafica, gameplay, frame rate, longevità, trama, multiplayer online, level design. Tutto, ma proprio tutto, universalmente bocciato.
Quando alle 16.00 (ora italiana) del 26 Agosto è scaduto l'embargo per le recensioni di Devil's Third, io possedevo il gioco da quella stessa mattina e avevo già accumulato 5 ore in compagnia del buon Ivan. E la cosa più strana era che mi stavo divertendo un mondo.
Perché diciamocelo: Devil's Third è uno spasso.
La grafica è sicuramente al di sotto degli standard dell'hardware sul quale gira, il frame rate non è ottimale, il level design si rivela in alcuni casi dozzinale e i tecnicismi del gameplay che ci si aspetterebbe da una creazione di Itagaki qui non ci sono. Eppure il gioco funziona. Devil's Third è rozzo, brutto, caciarone e decisamente poco aggraziato, ma porca miseria ha carattere.
 
Itagaki: Devil's Third "is a breakthrough for the industry"
Uno, Nessuno, Cento Mitra.

Esagerato, eccessivo, frenetico, in una parola: Itagaki

Nel momento in cui scrivo ho abbondantemente superato le 50 ore di gioco.
Di queste una trentina le ho passate online, e circa 20 in compagnia del single player, tra l'immancabile seconda run ad hardcore e qualche missione rigiocata nella modalità Score Attack, per provare ad insinuarmi nelle leaderboard mondiali dei più forti tamarri dell'intero globo.
Nonostante le numerose ore all'attivo quella che state leggendo non è una recensione, nè proverà lontanamente ad esserlo. Non ci saranno numeretti, risoluzioni, analisi dei frames per secondo e altri indicatori senz'anima che negli ultimi tempi sembrano aver scalzato gameplay ed intrattenimento tra le voci principali che spingono o meno un gamer all'acquisto di una produzione.
Non ci sarà nulla di tutto questo. Oggi vi parlerò di Devil's Third, del perché sia un peccato che Itagaki e i Valhalla Studio non abbiano avuto più tempo e risorse a disposizione per eliminare alcuni pesanti difetti che purtroppo affliggono questo titolo, ma vi parlerò anche del perché l'ultima opera del padre di Ninja Gaiden e Dead or Alive potrebbe, nonostante tutto, meritare la vostra attenzione.
Devil's Third - Recensione - Wii U - 155080 - Multiplayer.it
"Hai contro un esercito, non avere pietà"

Via il dente, via il dolore: è inutile negarlo, Devil's Third è afflitto da numerosi (e in alcuni casi gravi) difetti tecnici. Il modello di Ivan è sicuramente più che buono, si salvano molti dei personaggi principali e alcune ambientazioni abbastanza riuscite e con texture tutto sommato decenti. Tutto il resto, ahimè, è un po'sottotono. L'impatto grafico complessivo non è pessimo, chiariamoci, ma nel 2015 e su di una console che ha ospitato bellezze visive come Bayonetta 2, Mario Kart 8 e 3D World (per non parlare di alcuni giochi che arriveranno come Xenoblade X e Zelda U) era lecito aspettarsi qualcosina in più.
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Lo stile grafico sembra comunque ricercato
e certe visioni sembrano sofisticate

In ogni caso non è questo il principale difetto del gioco.
Ciò che affligge tecnicamente questa produzione è la presenza di numerose compenetrazioni poligonali (che durante le finisher possono raggiungere picchi al limite del ridicolo) e di alcuni bug che purtroppo rovinano ciò che c'è di buono nel gioco visivamente parlando. Se a questo aggiungete un frame rate che si trova al di sotto degli standard medi del settore (seppur non intacchi la giocabilità del titolo nel suo complesso ad eccezione di occasioni davvero sporadiche), ne verrà fuori un quadro che immortala una realizzazione tecnica claudicante e a tratti insufficiente.
Chi l'avrebbe mai detto...questo trailer, datato 2013, ha avuto un seguito
 
Certo, all'epoca di Devil's Third si era visto molto poco, ma nonostante qualche singhiozzo grafico ed un gameplay ancora un po' fumoso ero fermamente convinto che Itagaki non mi avrebbe deluso. Già, Tomonobu Itagaki. Beh, il suo curriculum è di tutto rispetto: se parliamo di action di stampo orientale il trono se lo contendono appunto il buon Tomonobu e quel genio di Hideki Kamiya.
Sapevo che lo sviluppo di Devil's Third era uno dei più travagliati e sfortunati a memoria d'uomo, e non è certamente questa la sede adatta per approfondire la questione.Vi basti sapere che in cuor mio avevo piena fiducia nel progetto e in Itagaki, ed ero sicuro che il folle game designer butterato sarebbe riuscito a tirar fuori dal cilindro qualcosa di grandioso. Purtroppo molte cose non sono andate come speravo, ed il gioco si è rivelato essere non all'altezza della fama del suo creatore. Ma a dire il vero negli ultimi mesi mi ero abituato alla possibilità che Devil's Third avesse numerosi problemi, quello a cui non ero pronto era il tipo di accoglienza che di lì a poco questo gioco avrebbe ricevuto. Ma procediamo per gradi...
Eppure c'è un qualcosa in Devil's Third che può spingere un giocatore a chiudere un occhio sui sopraccitati difetti. Un qualcosa che può spingerlo a giocare per decine di ore, senza aver voglia di smettere prima di aver assaporato tutto ciò che il gioco ha da offrire.
In una parola: VELOCITA'.


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"Legnoso e stupido sparamuretto"...ne siamo del tutto sicuri ?

Il gameplay alla base di DT è semplice, forse troppo poco abbozzato nella fase melee, ma riesce nell'intento di mantenere costantemente elevato il ritmo dell'azione.
Lo "sparamuretto" lento e noioso che si vede in molti video gameplay che girano per la rete, non vi farà vincere nella modalità multiplayer online, non vi porterà da nessuna parte nello Score Attack e vi creerà numerose difficoltà giocando a difficoltà hardcore. Devil's Third vuole essere giocato velocemente.
E poco importa se correrete il rischio di morire per un errore di valutazione o per la troppa foga, perché al tentativo successivo saprete muovervi di conseguenza: velocissimi, potenti e letali.
Nelle mie scorribande online ho potuto notare che i giocatori più forti del mondo, quelli che alla fine di ogni match portano a casa il maggior numero di kill e il minor numero di deaths sono quelli che si spostano continuamente, che corrono da una parte all'altra della mappa, scalando edifici, gettandosi dall'alto brandendo una katana e crivellandovi di colpi in scivolata. I controlli di Devil's Third non sono l'immediatezza servita su un pad, questo è vero, richiedono un po' di sana applicazione per essere padroneggiati.


Review: Devil's Third – Destructoid

Non basta comprendere i comandi, bisogna saperli usare e saperli piegare alla propria volontà: solo allora il potenziale di un gioco con meccaniche apparentemente poco profonde vi si aprirà letteralmente in faccia. Per essere realmente efficaci dovrete "danzare" con i controlli, alternare sapientemente armi bianche e proiettili, sapervi proteggere e all'occasione fuggire. Il combat-system è scarno e basilare: un tasto adibito alla parata quando si è fermi e che funge da schivata se si è in movimento, un tasto per l'attacco veloce ed uno per quello potente. Tutto qui. Nessun tecnicismo d'alta scuola, nessuna sequenza devastante da imparare, nulla di tutto ciò. Le uniche varianti al semplice button-mashing vi saranno fornite dalla possibilità di agganciare un nemico premendo ZL e incombere su di lui con un salto per finirlo (ZL + attacco veloce), oppure lanciare la vostra arma dritta in mezzo agli occhi dell'avversario, trafiggendolo dalla distanza (ZL + attacco potente).
A conti fatti, l'unico "tecnicismo" che vi sarà richiesto è il tempismo : la parata in DT ha un ruolo cruciale, poiché spesso il corpo a corpo si tramuta in un duello di attesa e contrattacco.
Quasi come nella scherma sarà fondamentale parare i colpi avversari e "rompere" la combo nemica per "entrarci" e mandare a segno due o tre colpi. Nel single player questo vuol dire imparare a riconoscere e memorizzare i pattern d'attacco nemici, mentre nell'online vuol dire conoscere le animazioni delle diverse armi bianche a disposizione nel gioco, saper leggere la situazione e osservare attentamente i nostri avversari.

La disattenzione, in Devil's Third, uccide.
 
Devil's Third: qualcuno fermi Itagaki - prova | Eurogamer.it
e non solo.

Passando al gunplay invece ci troviamo di fronte ad un TPS piuttosto ordinario e anche abbastanza nella media, che non fa molto per cercare di svettare nel suo genere. Gli unici veri pregi sono rappresentati dalla scivolata di Vanquishiana memoria che ci permette di sparare mentre ci spostiamo ad alta velocità (magari passando da una copertura ad un'altra) e la possibilità di mirare anche in prima persona, grazie alla quale potremo colpire con maggior precisione e far fuori anche i nemici più distanti. A tal proposito, il tanto chiacchierato passaggio tra prima e terza persona è abbastanza naturale e rapido, così come anche quello tra shooting e melee. Tutto funziona a dovere, senza toccare picchi di eccellenza in nessuno dei due mondi, ma collegandoli in maniera semplice e funzionale al ritmo di gioco. Unica nota di leggero disappunto sono le coperture automatiche: non sono pessime, e hanno il grande pregio di lasciare liberi tutti i tasti del pad (che in effetti servono tutti a qualcosa), ma a volte ci si ritrova a mettersi in copertura quando non lo si vuole o a non riuscire a coprirsi quando invece sarebbe necessario farlo. Tutto sommato si riesce a gestirle, ma probabilmente un sistema di coperture più collaudato avrebbe fornito al giocatore un senso di totale controllo dell'azione, cosa sempre gradita.
 
Devil's Third | Giochi per Wii U | Giochi | Nintendo
Le modalità online di Devil's Third sono tante e
forniscono ore di divertimento aggiuntivo

Ma allora cosa c'è di realmente buono in Devil's Third se il combat system è appena abbozzato e come TPS non si discosta da produzioni che si limitano a fare il compitino? Semplice: l'unione dei due mondi e la frenesia dell'azione vanno a creare un mix che funziona, che sicuramente non eccelle, ma che getta le basi per un futuro di action/TPS veloci, frenetici e dannatamente divertenti. È un esperimento, e come tale va considerato, comprendendone le cadute di stile ed assaporandone le possibilità di evoluzione e miglioramento. Difetti da limare ce ne sono a bizzeffe, ma complice un single player di vecchio stampo, ricco di boss fight di fine livello (alcune anche stimolanti ed impegnative), ed un multiplayer online curatissimo, vastissimo e oserei dire anche innovativo con la sua gestione dei clan, delle alleanze strategiche e dei patti di non belligeranza, quello che ne vien fuori è un gioco ricco di alti e bassi, ma che intrattiene il giocatore e lo incalza, dandogli costantemente un motivo per continuare a giocare e cercare di migliorarsi.


"Your Fault, not mine"

Mi sento di dire che (secondo il mio umile parere) buona parte della stampa ha penalizzato eccessivamente il gioco, dando troppo peso alle magagne tecniche o forse depistata dal non aver avuto a disposizione il tempo necessario per assimilare a dovere le meccaniche di gioco, che si apprendono e metabolizzano soprattutto giocando online. Quell'online che in sede di recensione (prima del lancio di un gioco) è quasi sempre vuoto. Se saprete passare sopra le brutture tecniche di questo Devil's Third, se siete amanti degli action caciaroni e frenetici, del trash di serie B e se vi sono piaciuti giochi come Lollipop Chainsaw, Anarchy Reigns, Killer is Dead, No More Heroes e Vanquish, allora vi piacerà anche questo Devil's Third.

 
Non è perfetto.
Non è nemmeno ottimo.
Probabilmente si limita solo ad essere discreto.
Ma vi piacerà.
Almeno questo ve lo posso garantire.
Adesso, se volete scusarmi, torno a giocare.
Il mio clan ha bisogno di me.
Wolf_Loz

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4 Commenti

  1. Wolf_Loz riesci ad ammorbare anche fuori dal forum ed é un peccato perché le intenzioni sono anche giuste ma tutto l'articolo è affondato da una posizione di parte (o contro-parte viste le valutazioni della critica?) e da una poca dimestichezza sia nella stesura di un testo che nella conoscenza tecnica del genere.

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    1. Non vedo l'ora di leggere un tuo scritto allora, così magari imparo qualcosa su come si fa la stesura di un testo e su come si valuta un gioco che non si è mai provato. Wolf_Loz

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  2. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  3. Non sapevo che avevate trattato sto gioco con la vostra solita attenzione, vi seguo dal principio ma stavolta fui perplesso. Ho seguito il parere di Wolf e l'ho recuperato, non riesco a staccarmi.

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