SPECIALE - Shinobi, l'unico vero ninja

Un titolo così esemplificativo e diretto non poteva non cogliere la vostra attenzione cari amici di GMC. Questa titolazione è frutto di un consiglio di un caro amico lettore che, al sentire le mie perplessità su come titolare l'articolo, in via di stesura definitiva, mi ha risposto con una ingenuità disarmante tuttavia rocciosa:

"Shinobi, l'unico vero ninja, quello è il titolo che devi mettere"



Una doverosa premessa prima di iniziare questo lungo percorso, fatto di tante suggestioni e di una autentica cascata ninpo di immagini. Questo articolo è fortemente riassuntivo. Vuole solo tracciare un percorso parziale ma corretto. Spetta al lettore dunque, completare tale passeggiata nel giardino zen, tramite ricerche di carattere personale, se questa materia, ovviamente, interessa. C'è molto da dire in merito.

Spesso il mondo dei videogiochi è stato ispirato direttamente dal mondo del cinema, non mancano infatti saggi o interessanti trattati che spiegano in maniera efficace e quantomeno esaustiva, questo felice matrimonio tra queste due discipline. Un fenomeno di reciproco avvicinamento, cinema e videogiochi, che sembra destinato ad amplificarsi nel tempo, appoggiato da molti giocatori con estremo favore, basti vedere il successo di Life is Strange, Until Dawn, The Walking Dead di Telltale e nello stesso modo, celebrato, nei fatti e nelle dichiarazioni, da molti sviluppatori videoludici, come il celebre David Cage o il leggendario Hideo Kojima [Fatto al 70% da cinema - sua diretta ammissione] che tutt'ora si ritengono debitori del cinema, in alcuni casi successori o semplici grandi ammiratori.
Sebbene non sia facile una teoria unificata riguardo al cinema e ai videogiochi.
La saga di Shinobi di SEGA o degli shinobi, per meglio dire, non fa alcuna eccezione; nasce, cresce e diventa leggenda perché vuole cavalcare con successo un preciso filone cinematografico neonato.
La famosissima saga di Joe Musashi, ha dunque nobili origini.
Ma andiamo per ordine, ce ne saranno di cose da dire e da mostrare in questa lunga deambulazione sul genere ninja.


NOBILI PADRI
Il cinema ed i manga sono un buon punto di partenza per verificare quanto popolare sia effettivamente lo shinobi, detto comunemente "ninja" nell'immaginario collettivo e naturalmente anche negli amati videogiochi.
La trattazione specifica di manga ed anime (shinobi-kei - genere ninja) ci porterebbe troppo lontano, ci limiteremo a render noto che da quando è nato il manga stesso, il ninja si è sempre reso disponibile ad incarnare personaggi ninja/shinobi. C'è una connessione enorme tra questa forma artistica e questa leggendaria figura, persa nelle ombre del tempo. Del resto gli esempi successivi non lasciano spazio a molte domande. Sembra che da quando è nato il manga, i ninja siano stati imprigionati tra le pagine dei tankobon.

Ben prima di Naruto, il Kamui 
di Sampei Shirato (Kamui Gaiden)  

Iga no Kagemaru by Mitsuteru Yokoyama
Tutto è partito da Kamui Gaiden, pietra miliare dei manga su genere ninja.
Se il boom di manga sui ninja di oggi è stato paragonato all'equivalente della musica rock, questo è senza alcun dubbio il The Beatles del shinobi-kei.
Questo manga è stato serializzato durante la fine degli anni sessanta e primi anni settanta, su Monthy Garo, una rivista alternativa che raccoglieva storie manga per i giovani adulti in Giappone. Durante questo periodo, la scena manga giapponese fu occupata dal "Re" Osamu Tezuka, il celebre e leggendario creatore di Astro Boy, Dororo, Black Jack, La Storia dei 3 Adolf, Budda e molto altro). Diverso dal felice, futuristico, ottimista ed utopico Astro Boy, il capolavoro di Sampei Shirato riflette l'aspra realtà che il Giappone si trovava ad affrontare all'epoca Edo (1651 - 1680).
Potremmo definire il manga di Sampei Shirato, un manga sociale, che spinge il lettore su una comprensione più vasta del semplice ninja ribelle che fa avventure. Lo shonen di Shirato spinge su un grande impulso di "americanizzazione" dei temi trattati. Tra le sua pagine, il nukenin (ninja ribelle) manifesta un'ansia crescente per la creazione neonata di una "società capitalistica" - "un movimento di resistenza degli studenti universitari" - "L'emancipazione crescente della donna" e molti altri aspetti adulti, interessanti da valutare.

Sampei Shirato è un mangaka che dedicherà moltissimo del suo talento
considerato un padre del manga dopoguerra come Tezuka e Nagai

Tutto questo, attraverso le affascinanti descrizioni dei popoli del periodo di Edo, magistralmente raffigurati da Shirato, in questo manga turbolento e feroce. Una curiosità: La parola "Gekiga" introdotta da Yoshihiro Tatsumi nel 1957, venne utilizzata per distinguere questo tipo specifico di manga dal resto della produzione. In seguito il termine gekiga venne adottato da altri mangaka giapponesi, che non apprezzavano che il termine manga ("immagini disimpegnate") fosse utilizzato in riferimento alle loro opere. Sotto l'influenza di questo manga ninja è nato un vero e proprio filone apposito di racconto dalle tematiche sociali ed adulte, a dispetto di altri manga che trattavano la materia shinobi-kei con termini più frivoli e di intrattenimento puro.
Per quanto riguarda il cinema, la faccenda è leggermente meno complicata e si presta ad essere esposta con sufficiente cura, poiché non è troppo difficile stabilire l'enorme successo che queste misteriose figure mascherate hanno riscosso sul grande e sul piccolo schermo. C'è uno specifico passaggio cine-storico che rende il ninja "mainstream" e lo porta all'attenzione del grande pubblico. Ovvero popolare e cinematografico più di ogni altro elemento di finzione che finora ha trattato la loro oscura e sfuggente figura.

CINEMA A STELLETTE E STRISCE

Nel 1981 uno sceneggiatore americano scrive per la casa produttrice Cannon Film Inc, un colosso americano di pellicole a medio e basso budget, un copione a dir poco avveniristico, Dance of Death (L'invincibile Ninja) una pellicola colma di combattimenti e fantasiose rielaborazioni della materia "ninja". Il titolo verrà poi chiamato Enter the Ninja, titolo che pesantemente strizza l'occhio al famoso "Enter The Dragon" film culto di arti marziali e filosofia, con l'immortale Maestro Bruce Lee (da noi I Tre dell'Operazione Drago) che aveva sbancato i botteghini all'epoca.
Ad onor del vero, il primo film con ninja "americani" è la pellicola di Eric Karson "The Octagon" che precede di 1 anno "Enter The Ninja".


Ma la pellicola di Karson è una pellicola ambiziosa e costosa che non raggiunge pienamente il pubblico, nonostante un cast notevole, Chuck Norris, Lee Van Cleef, Richard Norton e Tadashi Yamashita. Il film non sfrutta la tematica sapientemente, indietreggiando timidamente sulla figura dei ninja, preferendo affidare il ruolo dell'eroe ad un formidabile Chuck Norris in piena forma marziale, che stavolta si trova a fronteggiare i ninja "cattivi". Ammirabili alcuni costumi e alcune soluzioni sceniche legate alla fotografia.


Mike Stone a differenza di Karson, probabilmente conosce bene il cosiddetto genere Shinkou-geki, genere cinematografico nipponico il cui fulcro è il dramma di carattere storico con feroci duelli, dove spesso i ninja, chiamati shinobi nel sol levante, fanno capolino, con le loro infallibili doti da assassini spietati, spie nell'ombra, mercenari al soldo del miglior offerente, formidabili combattenti, spesso dotati di un alone mistico che li rende letali e persino con poteri magici, in grado di mutare forma, evocare divinità Shinto e diventare invisibili agli occhi dei profani.


Jidaigeki, Chambara, Shinkou-geki sono innumerevoli gli stili, i generi e le categorie
di questo sconfinato universo cinematografico categorizzato con film con i samurai 






















A differenza del famoso Jidai-geki, genere cinematografico che trattava di storie contemporanee, nella cornice del teatro kabuki, lo Shinkougeki si esprimeva con una forma eminentemente realistica con tanto di sangue e spade vere, preferendo il realismo alla visione astratta del duello.
Il film, girato nelle Filippine, è un prodotto di bassa qualità, ma i combattimenti sono formidabili, curati da un esordiente e sconosciuto Sho Kosugi, attore marziale giapponese trapiantato in America, che ben presto diverrà una vera e propria icona del genere cinematografico cosiddetto "Ninja movies".
Kosugi coreografa i combattimenti di Enter the Ninja ad arte, essendo esperto realmente di Ninjitsu (l'antica arte marziale dei ninja, realmente praticata dall'attore) gli scontri nella pellicola low budget appaiono credibili ed efficaci anche ad un occhio poco allenato. A differenza della piccola di Karson, dove i ninja sembrano dei ladri d'appartamento un po' goffi.
Persino Franco Nero, il protagonista della pellicola, appare a suo agio nelle movenze ricercate ed eleganti volute da Kosugi che lo dirige sapientemente e occasionalmente si presta come controfigura per le scene più complesse. La formidabile capacità marziale di Kosugi balza subito all'attenzione dei produttori e di Stone, che ben presto gli affidano il ruolo di ninja cattivo, pensionando prematuramente le inadatte movenze della controparte di Nero. I produttori ci vedono giusto, nel film Kosugi è perfettamente a suo agio, occasionalmente è lo stuntman anche nelle scene più complicate, che coreografa personalmente, facendo spiccare ogni sequenza.

La storia di Shō Kosugi è degna di finire in un film sui generis
A 7 anni gli fu insegnato il ninjutsu da un vecchietto svitato, vicino di casa della famiglia Kosugi.
Terminato lo studio (che durò fino ai 12 anni di età) Il vecchio Yamamoto scomparì.
Franco Nero era "la star" di Enter the Ninja,
anche se la vera stella marziale era Shō Kosugi, confinato nel ruolo di cattivo
Storm Shadow è un personaggio finzionale della popolare saga di giocattoli G.I.Joe
Fu introdotto nel 1984, era era un ninja malvagio al servizio dei Cobra.
Comparve dopo Enter The Ninja. Ovviamente l'influenza è palese.  
Il film ha momenti suggestivi ed una fotografia convincente
tutti i combattimenti sono coreografici e studiati da Shō Kosugi

Il film ha un successo immediato di pubblico e critica e segna la nascita di una vera e propria mania cinematografica che attraverserà indenne tutti gli anni 80th come una cascata irrefrenabile o una pioggia di shuriken: la cosiddetta ninja-mania. Una tendenza che precederà di qualche anno la celebre Bat-Mania che sarà un'insuperabile vetta di qualità e contenuti, nella cinematografia di Tim Burton degli anni 90, ma questa è un'altra storia.
I Ninja conquistano l'America.

Negli anni tra il 1982 e 1984 vennero realizzati veri e propri
documentari sulla Ninja-Mania, spesso confinati al mondo VHS

Sono innumerevoli le pellicole che vedranno Kosugi protagonista nel ruolo di ninja, buono o cattivo, nel corso degli anni. Da segnalare senza dubbio Revenge of The Ninja (Ninja la Furia Umana), Tancers (Ninja III : The Domination), Pray for Death e molte altre. Sono altresì innumerevoli i film clone che seguiranno il genere in tutto il mondo, scimmiottandolo, aggiungendo idee malsane, copiando spudoratamente, dalla Malesia alla Cina, da Singapore ad Hong Kong, dalla Thailandia al Giappone.

La copertina non è sufficientemente esplicativa
In questa pellicola troverete Flashdance+L'Esorcista+Ninja

Per molti anni avremo film di kung fu (gòngfupiàn) che non potranno rinunciare alla figura dei ninja, per molti anni vedremo i guerrieri ombra che sfidano i lottatori cinesi come nel funambolico e ricercatissimo Duel To The Death (1983) o Shaolin Challenge Ninja, (Shaolin sfida Ninja) oppure che gigioneggiano sullo schermo facendo collassare letteralmente lo spettatore dalle risate, come nella tristemente nota e cialtrona serie dei ninja-movie di Richard Harrison, film girati ad Hong Kong di cui un giorno qualcuno dovrà realizzare un tributo, visti i livelli di bassezza talmente ricercati da renderli leggendari e da garantire ad Harrison una fama a dir poco imperitura.

Richard Harrison ha portato nuovi picchi del genere trash
Sho Kosugi, in definitiva, resta il ninja del grande schermo più famoso e più serio che il genere può proporre.
E' proprio sulle fattezze di Sho Kosugi, stella immortale del filone ninja-movie che viene creato da Tecmo il Rikimaru della serie Tenchu : Stealth Assassins. Nella versione giapponese del gioco, il doppiaggio giapponese è affidato proprio a lui, non è stato un caso.

Tenchu (Tenchu: Stealth Assassins) Una delle serie ninja tra le più famose e rinomate, composta da una serie innumerevole di capitoli e spin-off, è una delle migliori saghe videoludiche mai concepite in ambito ninja/shinobi (e kunoichi, le ninja donne).
A tal proposito, onde evitare di dilungarmi troppo, ma ritenendo fondamentale la conoscenza di questa serie, non posso non segnalare un ottimo articolo del nostro sensei Ryo Narushima per GMC che ha provato a dissipare il fumo della metsubushi (La mitica bomba fumogena!) E far conoscere questa saga epocale, con una completa retrospettiva della saga. Tenchu - L'Antico splendore dei Ninja Leggetelo per assorbire più tecnica ninpo, nel caso vi manchi dell'allenamento.


Senza alcun dubbio Tenchu è uno dei migliori giochi
della libreria Playstation, continuerà per diversi anni

Il ninja dunque, entra prepotentemente in gioco negli anni 80 grazie al cinema, il fratellastro del videogioco che non solo lo porta alla ribalta, estirpandolo dagli affascinanti affreschi delle epoche remote del cinema giapponese b/n, ma lo rende protagonista indiscusso, utilizzando un linguaggio fresco e dinamico, adatto specialmente ad un giovane pubblico in cui si identifica con estrema facilità. L'eroe mascherato del resto suscita fascino, il filone ninja continua per certi versi un trait d'union con il famoso super eroe mascherato tanto in voga nei comics a stelle e strisce, onnipresente nella cultura urbana del fumetto e non solo. 



Il fascino del ninja ha resistito nel tempo nel 2003
i famosissimi Power Ranger ne sono stati contaminati (Power Ranger Ninja Storm)
American Ninja arriva fino
al quinto capitolo, nel 1993

A ciò si aggiunge anche la tradizione secolare a cui il ninja fa riferimento che rende la figura affascinante e al contempo così lontana dalla cultura occidental-centrica a cui siamo abituati: L'estenuante allenamento a cui è sottoposto solitamente il giovane che vuole intraprendere la via della naturalezza o dell'invisibilità, gli scontri con i clan ninja rivali (solitamente con tuniche di colore diverso) E spesso in grado di reggere il confronto con il protagonista a suon di magie ninjutsu (Kuji Kiri) e poi ancora, l'affiatamento nelle arti marziali che li rende eccezionali e letali combattenti. Insomma, tutto concorre ad una drastica svolta, il materiale è troppo succulento per lasciarlo intatto da contaminazioni a suon di film o videogiochi. L'industria americana del cinema non si lascia sfuggire l'occasione e in men che non si dica, dopo qualche incertezza iniziale, ecco che si sfornano pellicole ninja a stelle e strisce. Consacrazione finale forse necessaria, merito nuovamente della Cannon Film, compianto colosso del genere filmico medium-budget che spesso ha dimostrato di saperci vedere bene negli investimenti, prevedendo mode, generi e gusti del pubblico. Micheal Dudikoff diventa il Guerriero Americano, titolo che risparmia al pubblico Italiano l'oscenità concettuale e indigesta della titolazione originale "American Ninja" ma che è un vero terremoto al botteghino, tanto che nella follia collettiva americana di esaltazione "ninja" viene persino proposto al presidente americano di avvalersi di una squadra di ninja come guardie del corpo. Ninja Americani, ovviamente. Poco importa se è puro nonsense.

Ninja, ninja, ninja ovunque.
Yu-Gi-Oh Cards
La svolta stilistica e concettuale, per l'intera industria giapponese dei videogiochi, è da prendere al volo come uno stiletto kunai piantato in un tronco. Il media non fallirà ad inserire la figura dello shinobi dentro una mole impressionante di titoli, da Oriente ad Occidente. L'enorme mole di software house nipponiche non si lascerà certo sfuggire la possibilità di immortalare le gesta dei guerrieri ombra a suon di pixel o poligoni negli anni che verranno, a cominciare dal famoso Hanzo Hattori, il samurai-ninja che aiutò Tokugawa Ieatsu a salire al potere, presente in decine di titoli come Samurai Showdown o la serie di ADK, World Heroes, un vero gioiello di caratterizzazione e stile. Come non citare del resto Gambare Goemon che sfrutta in maniera parodistica nientemeno che il famoso Ishikawa Goemon (ladro e ninja) Considerato "Il Robin Hood" giapponese, destinato ad una fine tragica ed orribile. Come non citare il famosissimo Ryu Hayabusa della serie Ninja Gaiden, o Kage-Maru della serie Virtua Fighter, persino Final Fantasy ha svariati ninja nella sua serie. Persino giochi fantasy e arcade come Cadash o Magic Sword vedono ninja protagonisti o aiutanti.


Un guerriero, un mago, un chierico/prete e...UN NINJA?!!!


Confrontando la propria fantasia su una così evanescente e fumosa materia, è quantomeno chiaro che chi si cimenta su questa specifica tematica ha molto spazio per rielaborare il mito, la leggenda, la realtà dei fatti, che del resto lascia volutamente ampi margini di introdurre dosi irrefrenabili di fantasia, che spaziano, è proprio il caso di dirlo, tra i più fantasiosi e coraggiosi assemblaggi videoludici mai concepiti. Come non menzionare The Ninja Warriors che vede unire un terzetto di cyborg ninja sotto un solido beat'tem up a scorrimento, oppure Capitan Commando, sarebbe impossibile citare tutti i giochi che vedono protagonisti ninja, mentre sarebbe un piacere elencare tutti i giochi con protagoniste Kunoichi, ovvero donne ninja, altro aspetto della questione ninja che ha reso popolare la sua figura e cioè il fatto di prestarsi ad un genere unisex.
Se le avventure di Ryo Hayabusa (Ninja Gaiden) sono riuscite, lo sono altrettanto quelle di una Kunoichi come Kurumi-Hime (Ninja Sega/Ninja Princess)

Più esplicito di così: uno shinobi cyborg,
una kunoichi cyborg e un cyborg ninja (?)



In epoca PS2 la figura della "Kunoichi"
si vedrà interi giochi assegnati 

Nella vera e propria foga di rendere tutto "ninja" persino giochi arcade subiscono uno strano adattamento, entrando in pieno diritto nella ninja-mania, pur senza di fatto, farvi parte. Come "Joe and Mac Guerrieri Primitivi" che diventa un approssimativo "Joe and Mac Cavemen Ninja" nella titolazione americana.

Dove sono esattamente i ninja nel gustosissimo
e colorato platform del 91 di Data East?
Troppi davvero i titoli da elencare che contengono i ninja. Un completo elenco ci poterebbe via troppo tempo. Vi basti sapere che ci sono sempre stati nell'ombra. Pronti ad essere inaspettati e temibile boss di fine livello, oppure valide spalle su cui contare per ottenere informazioni, o protagonisti indiscussi delle nostra gesta videoludiche.


Ormai il ninja è diventato un oggetto di uso e consumo, ormai è entrato nell'immaginario collettivo anche dei principali fruitori d'oltreoceano, ovvero noi "gaijin". Non è più relegato solo all'industria videoludica giapponese. Lo shinobi è diventato un'icona totalmente internazionale. E così resterà fino alle più recenti ibridazioni, che non mancano anche di recente.

Hanzo Hattori e Ayane, la kunoichi sua discepola
 splendido NIOH di Koei Tecmo 

Il ninja del resto, è un esempio perfetto di come si possa prendere un soggetto decisamente affascinante e trasferirlo con successo su un media interattivo come il videogioco. Lavorando esclusivamente su elementi fantastici, generando quasi un loop temporale tra finzione, tradizione ed accadimenti reali, tutti incollati e sfruttati ad arte, per offrire qualcosa di unico, interconnettendoli a storie, personaggi e vicende realmente accadute. Sincretismo puro, per certi versi.
La figura stessa del ninja del resto, è avvolta nel mistero. Da cinquecento anni circa, questi guerrieri mascherati catturano l'immaginazione di storici e appassionati, da artisti manga ad artisti del digitale, sono protagonisti di romanzi, e storie tra le più disparate, le loro tecniche (le poche a loro attribuibili) sono utilizzate dai più famosi corpi militari tuttora in servizio presso quasi ogni nazione, come SWAT o Navvy Seals, il che ci lascia il pubblico nel piacevole dubbio se solo un American Ninja può davvero salvare il presidente o se solo La Dragon Ninja può rapirlo.

Un livello che si potrebbe giudicare la summa della ninja-mania anni 80   

CENNI DI OMBRA

I ninja, storicamente, vengono raccontati da svariati miti e leggende ma la loro nascita resta tutt'oggi un insondabile mistero. Sono pochissime infatti, le gesta storicamente certe di questi misteriosi guerrieri ombra. Lo sono ancora meno quelle trattenute e ritenute attendibili.
Quel che si sa di certo, è che i ninja o gli shinobi sono attivi dal 15° al 17° secolo, un periodo molto burrascoso della storia giapponese, un'epoca feudale densa di lotte intestine tra Signori della guerra (Daiymo) shogun rivali e clan che si combattono ferocemente.
È in quest'epoca che i ninja hanno maggiore visibilità, (1185-1333 - Periodo Kamakura). Proprio durante il periodo cosiddetto degli stati combattenti. La loro origine, li vede collocati nelle regioni di Koga e Iga, celebri nomi di "villaggi ninja" che abbiamo visto decine di volte in decine in videogiochi di ogni tipo, dai J-RPG agli action adventure, che ovviamente ritroveremo in manga ed anime e ogni sorta di contaminazione sulla loro figura evanescente.

Particolare di una stampa di Hokusai

La posizione geograficamente predominante di Koga ed Iga, anch'esse rivali, e lo stato autonomo di ambo le province, le rende molto famose proprio come se si trattasse di due potenti famiglie criminali, con uomini e donne addestrati e assoldabili da ogni Signore della Guerra o nobile per ogni compito. Dall'uccisione di pericolosi rivali, a punire mercanti avidi, come L'Echigoya di Tenchu Z [Xbox360].

Tenchu-Z è povero nei poligoni ma ricco come spirito


La popolarità di queste due province cresce fino a quando Oda Nobunaga, un altro indiscusso protagonista della rielaborazione videoludica che è stato preso in esame da una lunga trattazione video qui Oda Nobunaga [VGH] e qui Oda Nobunaga [VGH 2] non decide di indire una massiccia campagna contro i due clan ninja, assaltando direttamente le loro fortezze e decimandoli senza pietà.
Ma la materia è vasta e complessa e non si può ridurre facilmente in poche righe, anche per questo specifico aspetto vi rimando a trattazioni più esaustive che saranno fatte nelle terza (ed ultima parte) di Videogame History.

Poi la figura del guerriero mascherato si spegne progressivamente o abilmente si nasconde ai suoi nemici e fa perdere le sue tracce storiche. Ciò è anche dovuto a causa dello stesso codice della guerra che ogni Signore della guerra applicava in maniera inflessibile, una volta conquistata la fortificazione nemica e che imponeva, senza troppe remore, di distruggerlo, dandolo in pasto alle fiamme per poi ricostruirlo daccapo, sulle ceneri e sui ruderi del precedente. Decine di testimonianze scritte sono andate irrimediabilmente perdute in questo modo, contratti, accordi e probabilmente resoconti delle loro missioni. Koga ed Iga ancora oggi hanno tracce di parte dell'armamentario utilizzato.

Goshikimai - il riso colorato che i ninja usavano per segnalarsi passaggi,
nemici o strategie specifiche. Conservato a Iga-Ueno [Ninja Museum]

È molto difficile stabilire dunque, quali e quanti clan ninja abbiano realmente aiutato i vari Shogunati che si sono succeduti nel corso degli anni tumultuosi di lotte intestine, o di quanto effettivamente i ninja siano stati davvero determinanti per spezzare intrighi di corte, eliminare potenti avversari politici, dissipare le ombre di una ribellione, compiere assassinii a pagamento e così via, operando sempre nelle ombre. Forse è meglio usare l'immaginazione o riguardarsi Castle of Owls (1963) o Oniwaban (1974) e lavorare di fantasia su questa figura, prima di lanciarsi in azzardate teorie che ne screditano in qualche modo la figura, o ne amplificano troppo la leggenda.
Dunque, anche se di fatto è quasi impossibile tracciare un profilo storico corretto ed è complicato risalire alle prime apparizioni ludiche dei guerrieri mascherati, perse persino in prodotti a cristalli liquidi (LCD), come la loro storia reale, anche il lato prettamente ad uso e consumo dei ninja è avvolto nel mistero più fitto.

La Bandai negli anni 80 sapeva come sfruttare la dilagante ninja-mania

Forse già i bambini in epoca Kamakura (XII secolo) giocavano ai simulare le gesta dei guerrieri mascherati, considerandoli probabilmente l'equivalente dei nostri moderni supereroi, come testimoniano alcune antiche pergamene esposte nel Ninja Museum ad Iga-Ueno, che effettivamente ci raccontano di un gioco a trottola con nascondino incorporato, che avrebbe dovuto iniziare i bambini di Koga ed Iga all'arte dell'invisibilità.

In conclusione, quello di cui siamo certi, è che la figura del Ninja è una delle figure più media-piattaforma dell'intera storia videoludica e non solo, ne sentiremo sempre parlare e gli sviluppatori di mezzo mondo, non la lasceranno mai cadere nell'oblio, è ancora viva e vegeta la loro leggenda.






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1 Commenti

  1. Rischio di infarto incoming. Articolo stupendo ma davvero troppo lungo ;)

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