RECENSIONE - Rain

PS3

Terminato Rain, titolo che mi ha lasciato un po' interdetto: dopo i trailers mi aspettavo soprattutto un gioco capace di toccare le giuste corde emozionali con quella forza che poche produzioni sanno esercitare, eppure durante tutta l'avventura sono rimasto piuttosto distaccato da quanto stava accadendo; è mancata la dirompenza di un Ico
piuttosto che di uno Shadow of The Colossus o di un Journey, produzioni simili a questo Rain (specie il primo) per i solenni silenzi che ammantano il tutto, per la raffinata comunicazione a mezzo di ambienti, rumori ovattati e delicate tracce musicali che pure irrompono nella sfera emotiva del fruitore.

Lo sforzo dei designers per tentare di accendere la fiammella emozionale nel giocatore c'è e si vede. La regia è molto attenta, con inquadrature sempre pensate per enfatizzare gli scenari, sotto il profilo artistico la composizione dell'immagine è in ogni situazione eccellente, l'OST è da brividi e la narrazione testuale simil libro delle fiabe con frasi inscritte nelle pareti degli stage è davvero azzeccata e adatta allo scopo.

C'è da dire che la gestione della camera non sempre si dimostra accorta rispetto alle esigenze del puro giocato, le uniche difficoltà che ho riscontrato nell'avanzamento sono infatti arrivate sempre e solo dalla regia che in alcuni spezzoni rende meno agevole del dovuto la lettura di quanto sta avvenendo, nonché meno pratico il movimento del personaggio nello stage.

Come avrete a questo punto intuito, l'ispirazione dei puzzle e la difficoltà degli stessi è davvero ai minimi.
Il gioco si avvale dell'originale idea del “ chi è al riparo dalla pioggia non è visibile”, nostro protagonista compreso, con conseguente peculiarità di un personaggio che scompare e ricompare di continuo e la cui posizione va gestita e osservata rispetto a circostanze quali l'urto di oggetti o il passaggio sopra a pozze d'acqua. Tuttavia questi spunti si sostanziano in enigmi mai particolarmente complessi nè forieri di spunti originali, ridimensionando in definitiva il potenziale e la portata di questo esperimento. Ciò che va fatto è sempre evidente e la soddisfazione nel portare a termine i puzzle è dunque inconsistente considerata pure la mancanza di spazi che richiedano pensiero vagamente laterale.

La storia è semplice ma funzionale al compito.
Ho già detto che il gioco non è riuscito a segnarmi nel profondo come in qualche modo mi sarei aspettato e tuttavia non c'è contraddizione rispetto a quanto ho appena asserito a proposito del plot, il problema non è infatti da ricercarsi nello sviluppo di quest'ultimo quanto nel raccordo con un giocato banalotto, a conti fatti sinceramente pallosetto, che fa da contraltare a momenti artisticamente molto ispirati e ricchi di sentimento ma che smorza in definitiva l'impatto emozionale dell'avventura come percepita nella sua unitarietà.

La composizione dell'immagine si è detta artisticamente all'altezza, ma non è ahimè assistita dalla giusta competenza tecnica: la definizione dell'immagine così come le animazioni, viaggiano sul mediocre andante ma trattandosi di un gioco only DD, con conseguente prezzo contenuto, il risultato è tutto sommato rispettabile. Decisamente non aspettatevi un altro Journey in tal senso.

Va precisato come il gioco sia frutto del Play Station C.A M.P. (progetto che ha lo scopo di riunire i giovani sviluppatori più brillanti), dunque giù il cappello dinnanzi al colosso di Tokyo che dimostra di credere nei suoi ragazzi, e un plauso a questi ultimi per l'impegno comunque profuso.


Tirando le somme, considerato che questa avventura dura giusto un paio di ore, che si dipana attraverso un gameplay solo potenzialmente originale e in realtà troppo ancorato ai più consueti schemi del puzzle game nella pratica risolutiva, consiglio un recupero del prodotto solo a pochi euro.
La durata rimane ai minimi termini anche per via di una rigiocabilità praticamente inesistente a causa della natura puzzle del gioco, composto appunto di enigmi che ovviamente non cambiano alle successive tornate.
Neppure la presenza nella seconda run di testi sparsi per gli stage che raccontano di più sul mondo di gioco (misterioso ed accattivante per carità) incentiva particolarmente a rivivere un'avventura ludicamente priva di brio e solo a tratti travolgente.
Promosso con riserva.


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2 Commenti

  1. Concordo in pieno con quanto scritto, lo attendevo ma mi ha un po' deluso. Di only-DD recente consiglio caldamente Brothers: A Tale of Two Sons, mi è piaciuto inaspettatamente di più.

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  2. Se Brothers: A Tale of Two Sons è di vostro interesse, potremmo eventualmente parlarne appena si libera uno spazio nella scaletta impegni del team di GMC.

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