RECENSIONE - Gregory Horror Show - L'horror a sorpresa

PS2

In questa occasione vorrei utilizzare il format “A latere” solo per spendere due parole al volo su una retro-perla horror praticamente sconosciuta, giusto in tempo per un Halloween diverso dal solito.



Il titolo in questione è Gregory Horror Show, pubblicato su PlayStation 2 da nientepopodimeno che Capcom. Curiosamente, il titolo è anche un tie-in, basato su una serie anime omonima realizzata in computer grafica, sicuramente non popolare fuori dal Giappone. Eppure, in questo caso, il binomio “prodotto su licenza + titolo a basso budget” se ne frega di tanti obbrobriosi risultati partoriti dalle medesime accoppiate e ci regala una chicca da non sottovalutare.

Non conosco la trama dell’anime (che ha gli stessi protagonisti del gioco), ma posso assicurare che Gregory Horror Show può essere perfettamente fruito senza alcuna conoscenza pregressa; all’inizio dell’avventura, il nostro avatar (un ragazzo o una ragazza, realizzati in una “scatolosa” e gustosissima veste grafica) si ritroverà suo malgrado intrappolato nell’albergo di Gregory, un vecchio topone simpaticamente sadico.

L’hotel è sospeso in una specie di purgatorio, ed è popolato da tantissimi personaggi, tra cui il coccodrillo-infermiera (a pois rosa!) Catherine, l’ilare Judgement Boy ossessionato dalla giurisprudenza, la famiglia Cactus, la gatta Neko Zombie e tantissimi altri.

Scopo dell’avventura sarà svelare i misteri dell’albergo e fuggire; per riuscirci, dovremmo convincere i vari personaggi a regalarci le anime in loro possesso (per donarle alla Morte... che in questo gioco è svedese...!) e perché questo avvenga è necessario spiarli, studiare il loro comportamento, le loro routine (diverse tra le ore notturne e diurne), batterli in sfide o ingannarli.

Le dinamiche di gameplay ricordano un po’ quelle del primo Luigi’s Mansion, ma il titolo ha una personalità tale da risultare originale; ricca anche la componente survival del titolo, con una barra di sanità mentale da tenere d’occhio costantemente (come in Eternal Darkness) e che sarà continuamente minacciata da sonno, stanchezza ma soprattutto dagli “Horror Show”, ovvero dei siparietti splatter che gli abitanti dell’albergo ci mostreranno quando riusciranno a sopraffarci.

La direzione artistica non vi inganni; dietro questi modelli poligonali pupazzosi (ma molto simpatici), c’è un design complessivo che conosce benissimo i canoni dell’horror (seppur proposti in maniera ironica... Ma non troppo).

  Il titolo non è disponibile in italiano, ma solo in inglese, francese e tedesco.
Online è presente una discreta letteratura dedicata al titolo, dateci un’occhiata.

Andrea Bersani

PS
Un ringraziamento di dovere va a Marcello Paolillo che mi consigliò questo titolo qualche anno fa.

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1 Commenti

  1. Ottima segnalazione, questo qui penso di riuscire a trovarlo, l' idea alla base non è niente male!

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