Rising: work in progress

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E' da prima che il blog aprisse che avvertivo l'irrefrenabile bisogno di mettere nero su bianco in maniera definitiva e ordinata i miei pensieri su Metal Gear Rising, eppure non l'ho mai fatto, forse perchè a ben vedere, un parere definitivo su questo controverso titolo ancora non lo avevo per davvero maturato.


Il rapporto tra me è Rising è stato un continuo amore ed odio, un continuo lascia e prendi.

Ricordo un caso vagamente analogo solo col Ninja Gaiden 2 di Itagaki. Forse perchè entrambi i titoli hanno una certa capacità di alternare cioccolato a quell'altra cosa marrone.
Beh, a dirla tutta la discontinuità qualitativa nelle avventure mazzuolatorie di Ryu Hayabusa fu ben maggiore, e sarà per questo che ci misi cinque anni per innamorarmene senza peraltro mai perdonargli certe colpe.

Il mio cammino spirituale con MGR si è fortunatamente risolto in "soli" alcuni mesi.
Vediamo di ripercorrerne le tappe salienti:
1) delusissimo dalla demo ma comunque interessato all'acquisto;
2) appuntamento col day one rispettato;
3) prima run rigorosamente in hard da "ok, sei bellino ma potevi essere tanto meglio", indi deluso;
4) seconda run a very hard fatalmente interrotta dall'uscita di Bioshock Infinite e dalla inevitabile indigestione da action in cui dopo oltre 80 ore in DmC sono inevitabilmente incorso;
5) pausa di riflessione;
6) settimane dopo, turbato dalla pochezza ludica del poi completato Infinite, torno a cercar rifugio tra le selvagge terre Platinum Games ed è subito un festival della tecnica, del furore, delle storture, delle cheappate, della frustrazione e di tutto ciò che di bello e brutto un action possa comunicare;
7) run a very hard completata, run a Revengeance iniziata prendendo un pò di S rank e nel mucchio qualche VR mission completata tra quelle reputate da me più interessanti;
8) interruzione della run per soglia massima di tolleranza verso i difetti del gioco raggiunta;
9) vendo il gioco ripromettendomi di comprarlo in versione PC quando sarebbe uscito anche lì (ad oggi senza una data...);
10) manco due mesi e l'astinenza la vince al primo maxi saldo su zavvi (che più in là avrebbe perso il mio Ninja Gaiden 3: Razor's Edge, ma vabbè, questa è un'altra ben più triste storia...);
11) inizio una nuova run a Revegenace, questa volta con l'obiettivo di terminarla con S-rank in tutti gli stage;
12) pausa imposta da caldo, studi e vacanze estive;
13) ripresa manco due settimane fà la Revengeance-run subito brillantemente conclusa
14) completata col Gold dopo picchi di frustrazione di Vanquish-challengiana memoria la fantomatica VR 18, indicata un pò ovunque come un piccolo simpatico dito in c**o. Nirvana conseguito.

Quattordici tappe. Praticamente una via crucis.


Un Metaller molto trascurato, sfinito ma felice subito appena
completata la partita a Revengenace per le valutazioni S.
E rieccolo lì (a sinistra) una volta ristabilitosi, in compagnia di Zanji-zi, suo fedele compagno di mille
 avventure che lo ha supportato ed immortalato negli ultimi fatidici attimi della sofferta partita decisiva

Il perchè di questo saliscendi nell'apprezzamento? Obiettivamente, come già accennato, Rising ha delle vistosissime pecche, altre storture emergono poi quando lo si approccia nella maniera meno indicata e meno premiata dalla molto elitaria filosofia di gioco imposta dal team di sviluppo.
Il problema essenziale di Rising è capire come giocarlo, senza capirlo non ci si diverte, non ci si riesce a districare sufficientemente bene da cogliere, apprezzare e piegare certe qualità e peculiarità ludiche del titolo, e si incorre pure in più difetti di quanti non sussisterebbero fruendolo as intended.
Di guisa che non si riesca neppure a valutarlo in piena onestà intellettuale.

E' un problema in cui alcuni incorsero già al tempo di Bayonetta, e ben più altri al tempo di Vanquish, quest'ultimo, gioco che con Rising condivide una certa impostazione punitiva ed un'originalità meccanica che non lo rende pienamente leggibile ed assimilabile se non dopo molte ore spese.

Insomma, se i difetti diventano tutti irrimediabilmente chiari già ad una seconda run, quando cioè inizia la fase dell'approfondimento, è pur vero che certe finezze emergono in tutta la loro portata solo quando ti danni l'anima per S-rankarlo, quando ti accorgi di quel particolare che non avevi notato, di quell'arma o meccanica che non avevi mai pensato di declinare a quel modo, di quell'ordine di spawning dei nemici non messo lì per caso, di quella finestra temporale provvidenziale... Tutta roba che di colpo trasforma l'impossibile in possibile, la dannazione in estasi paradisiaca.

E' un'esperienza con cui mi son dovuto impegnare su molteplici livelli, non solo su un piano prettamente esecutivo ma anche profondamente tattico.

Un piccolo ringraziamento và anche alla guida strategica ufficiale, acquistata più per vezzo collezionistico (parlo ovviamente della versione in copertina rigida) che nella speranza di ricavarne un'utilità pratica: realizzata infatti da Piggyback invece che dalla storica Future Press che curò le guide di Bayonetta e Vanquish, questa simpatica pubblicazione non è stata, come del resto supponevo, rivelatoria ed esaustiva quanto lo furono a loro tempo quelle degli altri summenzionati titoli di Platinum Games (esistono tattiche più interessanti di quelle che propone, manca un'accurata descrizione del dodge forward blade cancellato di cui parleremo in sede di In-Depth, ecc...), mi ha tuttavia consentito di mettere dei punti fermi su questioni come il danno specifico di ogni tecnica, i requisiti esatti di ranking per ogni battaglia, e tutte altre cosette delle quali se siete sani di mente è giusto non vi freghi una cippa.

Comunque tirando finalmente le fila del discorso e riprendendo quanto detto in apertura, credo di aver finalmente raggiunto uno stato di piena assimilazione e consapevolezza attorno a questo titolo: il blocco che mi impediva di scriverne è ormai superato, per cui state pronti, un In-Depth senza precedenti è in cantiere per essere offerto in pasto a voi...







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3 Commenti

  1. Aspettiamo con ansia l' In Depth perchè pare proprio che oltre alla lucidità e freddezza necessaria per fare certe analisi ne emergerà la passione e la dedizione, senza le quali difficilmente si va a sviscerare un titolo, perchè se non si ha incentivi e piacere a farlo è molto più semplice lasciarlo sullo scaffale!
    Comunque epica la barba nella prima foto, quella un attimo dopo la fatidica impresa :)

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  2. hahaha metaller sborone.
    Aspetto l'articolozzo completo. Mi fa piacere che ti sia piaciuto alla fine^^

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  3. L'aspetto trasandato del Metaller sta anche appunto nella passione profusa (e forse perché a volte mancava l'acqua :X)... spero si avverta nella recensione :)

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