CATAFALCO di Aku - Tomo II: Processo al genere

In questa seconda puntata del Catafalco, il nostro amabile Conte Aku ha deciso di dedicarsi ad una rapida analisi sul genere, senza scendere troppo in profondità.
E' una rapida visione d'insieme ricca di considerazioni che vi tiene per mano e vi accompagna dentro la categoria.
Naturalmente, vista la complessità della materia, parte di questa analisi è sacrificata per non
raggiungere una durata eccessiva.
Ma siamo certi che il Conte in 10 minuti abbia centrato ogni aspetto di questo genere.
Voi che dite ?



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1 Commenti

  1. Bellissimo, attendo la seconda parte, dico solo: stupenda l'introduzione! Dalla carrellata di titoli validi recenti (soprattutto fine old gen/inizio new gen, nella gen attuale secondo me ancora manca il titolone horror per potersi definire soddisfatti al 100% ) fra cui parlo per esperienza personale del fantastico Alien Isolation, del buon Outlast, del gran The Evil Within, dell'ottimo Re Revelations (primo giocato e finito, secondo acquistato e da iniziare).. insomma bene o male il genere fortunatamente non è andato perduto ma si sta riproponendo abbastanza bene anche se siam lontani dai tempi d'oro degli anni 90! Al momento guardo con molto dubbio il nuovo resident evil, ma più che altro perchè han fatto una pessima scelta nel mostrare una demo che col titolo finale condividerà solo la visuale in prima persona (visuale che assolutamente non disprezzo in generale, anzi!). Lo stesso death stranding, di cui non si sa nulla, potrebbe avere elementi survival/horror interessanti dato che kojima sogna da sempre di fare un horror (che peccato per silent hills!). Insomma situazione buona ma voglio vedere cosa ci riserverà il 2017 videoludico per il genere! Quanto alla domanda finale: i jumpscare non sono in grado di incutermi terrore (sono abbastanza insensibile alla paura, non come mi capitava un tempo) quindi vado assolutamente con la tematica o comunque il contesto orrorifico: per dire, uno dei titoli che più mi ha impressionato è stato silent hill 4: the room: e lì mi ha terrorizzato l'idea stessa di risvegliarmi ogni mattina in una casa ostile e isolata dal mondo: è l'idea stessa a mettermi paura, non tanto i mostri stessi (che pur sono di ottima fattura, le sorelle siamesi di sh 4 per me sono la punta di diamante del monster design in ogni horror da me provato). Quanto all'aspetto un pò più tecnico invece, per me un buon survival horror non può esser troppo elargivo di munizioni/cure/risorse: però lì il limite fra gioco eccessivamente frustrante e gioco troppo elargivo è una questione delicatissima, esperienze frustranti non le vuole nessuno, ma al tempo stesso solo tramite il gameplay posso sentirmi davvero in pericolo: è da qui che parte la grande distinzione fra gli hide and seek (più puri ma spesso, come in outlast ed amnesia, più semplici strutturalmente non avendo un sistema di combattimento) e i giochi come the evil within che hanno una dimensione più arcade e più prestazionale (altro esponente di quest'ultima categoria è per me il geniale shadows of the damned: sia horror e sia divertentissimo da giocare!)

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