SGZH : A scuola di zombi, tra reggiseni e mutandine

Ci sono videogiochi che si presentano dal solo artwork di copertina, come certe pellicole del resto. SGZH è senza dubbio uno di quei giochi. Diamo un distratto sguardo alla squadra di giapponesine in formazione da battaglia ed in bella mostra, mentre imbracciano mitra e fucili. Sappiamo esattamente di cosa si tratta, non appena lo maneggiamo per la prima volta.
1) Low budget
2) Tamsoft
3) zombie, ecchi
Anche il titolo non lascia molto spazio all'immaginazione, onestamente.
Cosa abbiamo? Abbiamo delle ragazzine liceali giapponesi con i classici occhioni anime, armate di tutto punto e la dicitura "zombi" e "Hunter".
Dunque, che vuoi che succeda? Girando la confezione di questo low-budget game, scopriamo che queste scolarette non sembrano essere troppo preoccupate di essere morse ed infettate dalla massa non morta. Tutt'altro, lanceranno invece le loro uniformi scolastiche alla massa di cadaveri barcollanti come se fossero succose caramelle profumate, e continueranno a crivellare di proiettili l'orda senza alcuna pietà, restando rigorosamente in biancheria intima, coordinata naturalmente. Alla faccia dei nemici non morti che tentano di divorarle. Del resto, non ti frega molto della praticità di coprirti e proteggerti, quando sei circondato da cose feroci che cercano di morderti e strapparti via la carne di dosso. 

Come dite? 

Non ha il minimo senso Aku?

...

Già. non ne ha.
Benvenuti dunque in School Girl / Zombie Hunter o meglio SG/ZH (adoro gli acronimi giapponesi, fanno sembrare roba simile così seria pur essendo cose così assurde!) 

Ho finito questa ennesima JAPPOFESTA! Un'esclusiva quantomeno bizzarra PS4 ecchi-pantsu di Tamsoft. E ho un po' di cose da dirvi cari zomb-zom. 
Con finito intendo specificare che ho trovato quasi tutto, compresi i rari costumi di Kagura e Aya, direttamente dal fratello maggiore Onechanbara, completando tutte e difficoltà disponibili [normal e hard] raccogliendo i collezionabili ottenibili (dannati corvi) e dedicando a sto gioco low budget (ben 39.00 dollari) dei ragazzi della ex-Toaplan fin troppo tempo.
Potevo fermarmi anche prima (...alla copertina magari? nda)
Ma questi titoli "dumb" mi mandano letteralmente in solluchero, che vi devo dire. Prima di perderci nei toni della produzione voglio rischiare di disattivare definitivamente la vostra attenzione, stimolandovi su qualche piccola riflessione di contorno, in merito alla questione "zombie" e "scolare giapponesi" perchè proprio questi due contenitori perlopiù narrativi ed estetici, offrono innumerevoli riflessioni sulla faccenda.












Va detto che osservando gli sviluppi del cinema giapponese degli ultimi 10 anni, specialmente quello che riguarda lo spazio contiguo ed affine alla categoria "B", ovvero il cosiddetto cinema d'exploitation, si è creato un certo sodalizio tra la tematica zombie e scolare, spesso poco o per nulla vestite. Aggiungo che le vesti strappate, di infermiere, sacerdotesse, impiegate (OL), o appunto scolarette, sono un tocco di classe che si presta benissimo alla materia pruriginosa che andremo a toccare. Anime come Highschool of the Dead , manga come Is This a Zombie? e persino film trash come Reipu Zombie: Lust of The Dead confermano il progressivo spostamento verso queste grottesche tematiche di una categoria tipicamente di serie b (o di serie z) È il cosiddetto genere Pinku-eiga. Rivelandosi da sempre un vero e proprio filone tutto sommato radicale anche nella cinematografia più frivola del sol levante, più disimpegnata e più immaginaria di sempre (e anche più sporcacciona).
Se vogliamo definirlo, il Pinku-Eiga è un genere incrollabile del Giappone. Anche i videogiochi sono stati contaminati da questa autentica wave. È bene dirlo, con produzioni come SG/ZH siamo sempre nei dintorni dei pinku-eiga, macrogenere del prurito del cinema giapponese che indica genericamente qualsiasi film contenga nudità o abbia a che fare con il sesso (sia esso un film drammatico, thriller, horror, romantico etc) spesso il termine è utilizzato per identificare un genere più definito, globalmente, di contenuto erotico o "softcore".
SG/ZH è un pinku-gamu? Potrebbe esserlo.
Le coordinate di questa florida categoria cinematografica, nata negli anni sessanta e prodotta ancora oggi, è caratterizzata dal basso costo di produzione e dai tempi brevissimi di realizzazione (solitamente una sola settimana di riprese)


Anche questo spin-off come i film pinku-eiga è stato fatto alla svelta
originariamente era previsto per 360/PS3.

Non è certo un mistero che nella stessa cultura giapponese vi siano un sacco di taboo e norme culturali, perlopiù conosciute, che danno al paese la nomea di essere un luogo meraviglioso, mistico, tradizionale, ma anche un paese pieno di pratiche e comportamenti quantomeno strani.
Basti pensare a come il Giappone operi la censura nei film erotici/porno, attraverso rigorose norme di protezione visiva. Il porno non è defacto illegale, ma la ripresa dei genitali maschili o femminili lo è. Sostanzialmente.
Il marketing di qualsiasi serie di film con contenuti per adulti, come i film "Pinku", si estende per decenni nella storia dei film di diversi paesi (non solo quello giapponese) e funge da autentico precursore del movimento di sfruttamento di queste tematiche "scabrose", sebbene solo marginale, diffuso in tutto il paese tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90.
Esiste ancora oggi, sotto forma di un piccolo ma dedicato gruppo di artisti, che non fanno morire il genere e anzi, l'hanno contaminato con il famoso ero-guro.
Un movimento artistico, quello dell'ero-guro nato in Giappone negli anni venti, che riguarda la letteratura, il cinema e la musica. Il termine è una fusione linguistica di engrish/wasei-eigo* che deriva a sua volta da ero guro nansensu, semi costruzione da "erotic grotesque nonsense", indicando una componente erotica (erotic), una grottesca, innaturale o bizzarra (grotesque), e una insensata (nonsense).
Dentro il genere pinku-eiga poi vi sono innumerevoli sotto-categorie, come l'ero-guro o il pinku-violence, e a sua volta, dentro quest'ultima categoria, vi sono altri innumerevoli contenitori come il Sasori, il Rika, il Girl-Boss...(tranquilli non si mangiano ma sono autentiche prelibatezze cinevisive)
È sempre un autentico naufragio concettuale e paradigmatico quando si cerca di schematizzare, ai fini di una facile comprensione occidentale, qualcosa di giapponese. Ci si perde letteralmente tra categorie, sotto categorie e classificazioni di sorta. Ricapitolando: film erotici con elementi splatter/gore e senza senso...SG/ZH!

Immancabile da SX a DX: Maiden - Scolara - Nurse e ...beh, Sacerdotessa
Questi temi "scabrosi" sono spesso presenti intrinsecamente in un'opera, ma a volte possono variare o essere del tutto assenti in alcuni aspetti: per esempio la letteratura ero-guro, come la musica, tratterà il tema erotico in maniera diversa dal cinema o da qualunque altra preminente forma che si appoggia ad una fruizione visiva o in questo caso, i videogiochi. Il regista Naoyuki Tomomatsu, che ha lanciato la serie "Rape Zombie" nel 2012, Reipu Zonbi: Lust of the Dead è un fiero esponente del pinku e dell'ero-guro, come da titolo, le intenzioni degli zombie non sono solo quelle di uccidere le protagoniste tutt'altro...
Le sue attrici sono diventate molto popolari in Giappone, nel circuito underground, tanto da essere richieste in altri film sui generis, creando una specie di PCU (Pinku Cinematic Universe!)
Ci sono poi, moltissimi registi come il Master of Schlock (sì è scritto giusto) Noboru Iguchi che bazzicano in questa sottocategoria, un regista giapponese di categoria Z (zombu?) degno di essere menzionato per la sua inesauribile vena di fantasia grottesca che tracima in una serie di bizzarrie assortite portate su schermo a dir poco adorabile. Le sue pellicole, vere e proprie feste del gore coloratissime e frizzanti, miscelano umorismo di grana grossa, ruvidi effettacci splatter, e infine tematiche spesso confinanti ed inclusive del "pinku-eiga"
Iguchi non ha alcun freno inibitorio, cinematograficamente parlando, non si pone limiti, i suoi film sono stati paragonati ad anime in carne ed ossa.
"Geishe robot" "squadre di ragazze mutanti" "scolarette cui vengono impiantate gattling-gun sulle braccia" (o nelle natiche)...e molto altro. I toni sono sempre frizzanti, esagerati, comici, assurdi, assolutamente anime e spesso offrono un divertimento di pancia che non esclude il cervello, alcuni casi. I film di Iguchi sono un bagno ristoratore nella fantasia.     


Non ci sbilanceremmo troppo del resto, se definissimo la stessa Tamsoft una compagnia di realizzazione di videogiochi che ha trovato un filone quantomeno fertile, grazie alle oppai-girl* di Senran Kagura e ai bikini spruzzati di sangue di Onechanbara. Tra le varie serie di successo della compagnia con sede a Taito-ku, Tokyo, Onechanbara/Zombie Zone è senza dubbio una delle serie che nella semplicità, del bikini e della katana, dal lontano 2004, ha trovato il suo meritato successo di pubblico di nicchia.
Su GMC ne abbiamo parlato, offrendo diversi articoli di approfondimento e stimolo, per cui non avete alcuna scusa per non giocarli. ONECHAMBARA KAGURA Z2, IL BIKINI E LA KATANA
Stilisticamente, SGZH ricorda una specie di ridottissimo "Highschool of the Dead"* dei poveri, con qualche "collegamento" alla serie main di Tamsoft, ovvero Onechanbara (c'è Anna e la ZPF - Zombie Patrol Force).
La storia? È presto detta.
Un gruppo di ragazze di un istituto femminile militare privato ["Shiritsu Kirisaku Kotogakko"] pesantemente armate, si trovano assediate da orde di famelici ed arrapatissimi zombie...ci arrivo dopo.
E devono resistere. E scongiurare l'invasione, capitanata da un tamarro con un cappuccio viola che sembra uscito da un gioco di Suda51 o Grasshopper e dall'area suburbana di Roppongi.
I chara sono i soliti, blandissimi ed adorabili stereotipi della giappovaganza più iconica di sempre: la protagonista, insopportabile sciaquetta che ha il padre capo di un dojo di karate (figurati!) capitana la squadra di lolite. Tutto è presentato in una lucentezza B-movie (o Z-movie) delirante a dir poco, vista la totale assenza di suspence/orrore nei toni del racconto.


Il cast è diviso tra le tipiche e generiche caratterizzazioni manga, stravaganti, quanto assurde. 
L'unico aspetto che tutte le nostre eroine hanno in comune è il loro desiderio di fuggire dalla scuola invasa, dove ora sono bloccate.
I riferimenti di questa serie sono presto detti: anime e la recente mania cinematografia di zombi con appetiti sessuali più vivi di loro stessi. Contrariamente a quanto si possa pensare, le parti migliori del titolo non hanno quasi nulla a che fare con la trama dominante, l'unico momento simpatico sono gli scambi tra le ragazze, in cui tramite dialoghi pazzescamente insignificanti, le vedremo amabilmente disquisire di musica o manga yaoi o mille altre inezie che rappresentano un certo stereotipo della rappresentazione femminile. Oltre al fatto che non piace alla ragazze indossare vestiti, si spara infinitamente meglio in mutande e reggiseno dopotutto. È come un vecchio film di exploit degli anni '70 in cui tutti i personaggi sono ritratti come quasi "fumettistici" nelle loro personalità.
C'è la timida e inadatta, perennemente complessata, la chiassosa scemetta berciante che non sta mai zitta, la bonazza tenebrosa ma dal cuore d'oro [classica tsundere] e infine la idol «tutte mi sono inferiori, ma scoprirò il valore dell'amicizia prima che il gioco finisca»
I livelli sono TUTTI ambientati in questo istituto, interni ed esterni, con qualche elemento distruttibile per aumentare il gran casino già presente su schermo, composto da orde di modelli piuttosto spartani, con poche texture, e poche animazioni disponibili.


Si spara come rambo in gonnella, sostanzialmente, e si raccolgono costumini spicy (pochi) da pruriginoso cream lemon: dalla divisa alla marinaretta, al costume da bagno, all'immancabile divisa da pallavolo, che fa tanto contento il professor Saotome, alle calzature alquanto perv.
C'è un arsenale a disposizione delle ragazze a dir poco devastante: pistole, mitra, fucili d'assalto, doppiette, bazooka...per sterminare respawn massicci di zombie, vomitati attraverso misteriosi portali rossi, voluti da una trama di fondo a dir poco OAV anni 90.
Le armi che vengon lootate dai nemici possiedono statistiche come come rinculo, il numero di ammo/munizioni disponibile, e la potenza di arresto. Una cura maniacale vuole ogni singola descrizione per ogni modello di arma, con tanto di piccolo box che offre consigli sull'uso.
Parlando delle file nemiche, c'è effettivamente una qualche varietà nelle fameliche creature che vi salteranno addosso, ma siamo sempre nel regno del "zombie poliziotto che spara" - "zombie grosso" - "zombie che corre" e così via, è Tamsoft, che pretendete.


Il giocatore dovrà compiere una serie di missioni principali e secondarie e spesso liberare le zone, presidiarne altre, trovare schede, compiere pulizie di cervelli fritti.
Il combattimento, autentico fulcro del gioco è composto da festose sparatorie in terza persona, in stile Earth Defence Force, e da un attacco corpo a corpo esclusivo per ogni ragazza, c'è chi usa la katana, chi la naginata (una sorta di lancia) o le classiche mosse marziali per avere ragione dei cadaveri. 
C'è poi la possibilità di usare vari oggetti come granate e tripwires e medikit con un apposito pulsante per diversificare la strategia (?) di gioco. È incredibilmente nudo come le protagoniste questo sistema di gioco, ma è anche molto funzionale e tutto sommato divertente. Ognuna delle missioni di SG/ZH offre obiettivi diversi, ma ammontano quasi tutte alla stessa premessa di base: uccidere un mucchio di zom zomb, difendere una zona, arrivare ad un punto specifico della mappa


Ah già l'elemento "saucy" .
L'elemento piccante del gioco, e anche infinitamente innocente, è che gli zombie sono attratti dai feromoni delle ragazze, quindi se le ragazze si spogliano, gettando i loro vestiti addosso agli zombie, potremo usare strategicamente questo vantaggio. Stai morendo? Spogliati.
Se ti trovi sopraffatto dai nemici, puoi denudarti e gettare via i tuoi succinti costumini come una distrazione mentre devasti gli zombie facendo piovere sui mucchi ondate di piombo rovente.
Finirai il livello in mutande e reggiseno, ma almeno finirai il livello e riceverai la classica (immancabile) votazione. Il gioco non va mai oltre a questo.
Guardare tutte e cinque le signorine in biancheria intima che si pavoneggiano tra cadaveri di zombie (che scompaiono) mentre spari con il lanciarazzi e le armi automatiche è però tanto divertente quanto sembra.
Sia ben chiaro che SGZH è un delicato sorbetto al limone e al peperoncino rosso, non c'è assolutamente niente per i palati dei doujin gamers più estremi, quelli che legittimamente si aspettano una escalation progressiva di hot scene. La superficialità esagerata del gioco è il suo grilletto. 
Questo è un titolo volutamente economico progettato per un pubblico estremamente di nicchia che trova stranamente appetenti offerte videoludiche come questa, sconsigliato a tutti gli altri.
Consigliato a: Chi è di bocca buona, chi è appassionato di trash games nipponici, chi ha giocato e gioito con Onechambara e titoli simili (Akiba'sTrip ad esempio)
Sconsigliato a: chi cerca una qualità nel videogioco superiore alla sufficienza, chi pretende e cerca aspetti tecnici superiori, chi vuole trame ricche e personaggi profondi, chi non fa che prendersi sul serio e detesta ripetere missioni per decine di volte, senza variazioni significanti. 









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2 Commenti

  1. Godiamocelo finché possiamo questo tipo di giochi, quantomeno su console, dato che Sony si è svegliata come nuova Ned Flanders dei videogiochi ecchi, è di stamani la notizia che l'Intimacy Mode di Senran Kagura Burst Re:Newal sarà rimossso nella versione PS4, e se due indizi fanno una prova (la cancellazione di Omega Labyrinth)..
    E io che pensavo quella bigotta fosse Nintendo!
    Non mi sono incazzato per tante cose (come quella stupida crociata dei bimbiminchia di Fortninte sul cross-play, o il cambio nick su cui hanno rotto le gonadi per anni), ma a sto giro mi sentono, anche se magari le serie in questione mi interessano superficialmente, è una questione di principio di libertà creativa. Violenza sì ma un po' di tette no, la solita coerenza della cultura occidentale.

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    1. Lode a quello che hai scritto.
      Sì, godiamoci i vari deliri giapponesi (sempre troppo pochi) come Summertime High School, Kamen Rider Battride War Sousei, Dengeki Bunko: Fighting Climax: Ignition, Rei-Jin-G-Lu...e molto altro. Piccole o gradi perle, ma che denotano sempre libertà creativa ed è questo che non deve mai mancare.

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