Resident Evil 2: mezz’ora di fuoco con la 1-Shot Demo

GMC ha sempre avuto un occhio di riguardo per i videogiochi survival-horror, ormai ci conoscete fin troppo bene. Non potevamo esimerci quindi, specialmente in questo caso, e lasciare completamente "uncovered" questa demo del grande classico Playstation, con tanto di autodistruzione incorporata (dopo mezz'ora di gioco è infatti inutilizzabile sulle home console). Ecco dunque un rapido volo di corvo sopra l'anticipato, attesissimo gioco di Capcom che raggiungerà i negozi, e non solo quelli di Racoon City, il 25 Gennaio di questo mese, e che si attesta, fin da ora, come una bollente miscela esplosiva a base di zombie, tradizione e Umbrella. Munitevi quindi di First Aid spray ed immancabile coltello e lasciatevi introdurre dal nostro amico Enrico dentro questa 1-Shot Demo. Non ci vorrà molto e sarà estremamente piacevole.



Gennaio deve ancora concludersi, ma il 2019 già si prepara a deflagrare il suo primo grosso colpo in canna. Ed è quello devastante, esploso da un fucile a pompa, rivolto dritto contro il cranio molle e prossimo allo sconquasso di uno zombie color latte marcio che, barcollando, avanza spinto unicamente dal desiderio di strapparci via la giugulare. 
Superato il trauma causato dall'assenza del cavernoso vocione («RESIDENT EVIL... TWOOO»), la demo si apre in medias res, gettando un giovane e inesperto Leon Scott Kennedy nell'androne in subbuglio dell'iconico R.P.D. Il dirompente impatto con la stazione di polizia esemplifica alla perfezione la cifra degli intenti di Capcom, ovvero l'ossessiva ricerca stilistica di un equilibrio tra nostalgia e modernità, vissuto e sconosciuto. Tutto appare a prima vista ingenuamente familiare, eppure avvolto dal fascino irresistibile dell'ignoto. La rinnovata visuale in terza persona è stavolta molto più flessibile e libera a paragone con qualunque altro passato capitolo; al momento di fare fuoco, invece, si avvicina alle spalle memore della deriva intrapresa da Resident Evil 4. Nel complesso, il risultato appare esattamente come l'ideale punto d'incontro fra le due principali declinazioni - survival horror e action shooter - assunte dalla storica saga. Anzi: a posteriori, la nuova reincarnazione di Resident Evil 2 sembra racchiudere tutto ciò che la serie avrebbe potuto essere sin dal quarto capitolo, se mai al tempo avesse imboccato un ramo evolutivo alternativo.
Annaspando lungo gli stretti corridoi allagati (nessuno slalom strategico!) dell'ala est, ecco che l'atmosfera diviene più tesa e rarefatta, complice un sound design eccezionale volto ad esaltare la fatiscenza e la disperazione del luogo, mentre ci vengono riservati alcuni momenti di puro gore dal dettaglio anatomico impressionante.

Roba da sganasciare le mascelle. Letteralmente

Le atmosfere sono praticamente perfette
e ricopiano il grande classico del 1995



I soffocanti incontri con i morti viventi, coriacei e imprevedibili come non mai, mettono poi a nudo tutta l'inesperienza e la fragilità di un Leon appena ventunenne, ancora fresco d'accademia. Il suo passo è incerto, la mira malsicura e tremolante; qualche pistolettata risulta appena sufficiente a sforacchiare le pellacce decadenti, liberando fiotti di un sangue nero e putrido. Diversamente dall'originale del 1998, è difficile ora verificare con facilità se la seconda (o era la terza?) dipartita dei cadaveri ambulanti sia avvenuta, fattore che aumenta non poco il senso di ansia e oppressione. Era seriamente un'ardua sfida riproporre nel 2019 un mostro ormai inflazionato come il classico zombie romeriano provando a renderlo se non inquietante, almeno minaccioso: Capcom ha invece fatto un centro pieno, resuscitandone la figura con un inedito e feroce vigore. Per esempio, quando si viene ghermiti, uno zoom claustrofobico enfatizza l'assalto mostrando l'insopportabile contatto da una prospettiva ancor più viscerale e repellente. O magari tutto è frutto di un'enorme incomprensione, e il poliziotto grassone forse ce l'ha con Leon solo perché gli si era incastrata la merendina ipercalorica nel distributore. Chissà... Ad ogni modo ho davvero apprezzato gli innesti del Resident Evil: Rebirth, come il coltello (consumabile) utile per divincolarsi in extremis dagli abbracci mortiferi, così come l'inventario mutuato direttamente dal settimo episodio, ancora asciutto e funzionale. La 1-Shot Demo, insomma, non ha fatto altro che rafforzare le mie prime impressioni, già proiettate alle stelle, verso quella che - a conti fatti - rischia di essere la più ambiziosa opera di rivisitazione non solo di un amato, grande classico del genere survival horror, bensì del videogioco tutto. Fremo dalla voglia di tornare a rivivere l'incubo di Raccon City.

Enrico Di Piramo

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Intervista a Tsuyoshi Kanda e Kazunori Kadoi, producer e director di Resident Evil 2 (2019), in occasione della GamesCom 2018 -> https://bit.ly/2NxyQhn
Retrospettiva su Resident Evil Rebirth -> https://bit.ly/2HSoqpw

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