SANGUE E VINO - THE WITCHER 3 WILD HUNT

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L’articolo che segue ha pesanti spoiler sulla seconda espansione di The Witcher 3: Wild Hunt.
Se non avete giocato alla seconda espansione del gioco, Blood and Wine, interrompete immediatamente la lettura e possibilmente correte a giocarlo scellerati, magari mentre sorseggiate un buon Malvasia, sono in effetti tentato di dirvi che in effetti c’entrano i vampiri, Coppola e …il vino.

*questo articolo è originariamente apparso nella cover di Dicembre su Outcast a questo indirizzo https://www.outcast.it/home/the-witcher-sangue-e-vino

Se invece avete già giocato al secondo monumentale, contenuto aggiuntivo di TW3, lasciate che vi rammenti perché quello che avete giocato (o vissuto) probabilmente per un numero incalcolabile di ore, è in assoluto uno dei contenuti aggiuntivi migliori mai sviluppati sui sanguinosi fradei vampiri. The Witcher 3 oltre ad essere un grosso e magniloquente capitolo della mia seconda saga preferita di tutti i tempi (la prima è notoriamente Castlevania n.d.a) ha realizzato in aggiunta al quanto di buono fatto - che è veramente moltissimo in sede di mera prassi del videoludo - una delle riletture contestuali più affascinanti della figura dei vampiri di tutti i tempi videogiocosi. E tutto questo con mio indicibile piacere, al punto che l’ho quasi considerata una indiretta dedica di natura squisitamente personale.

La seconda espansione di The Witcher 3: Wild Hunt, non chiamatelo DLC ve ne prego* si dedica, è proprio il caso di dirlo, all’eterna figura dei vampiri, o per meglio dire, a quella dei “Vampiri Superiori” [High Rank Vampires], tracciandone storia, usi e costumi, lingua e naturalmente (o forse sarebbe meglio dire innaturalmente) folclore ad essi associato.

Ma procediamo per ordine. Vi vedo già annebbiati, senza l’uso del vino.

Back in 2018, 22-24 Aprile, Pax Game Conference di Boston, Conferenza CDPR. Sul palco si presentano i polacchi, tutti indossano una maglietta con un teschio e una coppa, la dicitura “The Witcher 3” non passa certo inosservata. Non appena venne confermata la titolazione di questa seconda ed ultima (sigh) espansione, mi resi conto fin da subito, con tanto di prove documentate e video di anteprima realizzato ad hoc per trattenere l’hype crescente che mi stava letteralmente divorando, che questo secondo capitolo si sarebbe focalizzato sulla figura dei vampiri. Lo trovate qui se vi interessa, con una punta di nostalgia lo linko con piacere.

Ne ebbi conferma a seguito di una ricerca incrociata che coinvolse la visione bulimica delle conferenze Cd Projeck Red, perfino quella degli investitori, noiosa come la morte direbbe Varney il vampiro.
Ad onor del vero, tale scelta narrativa e d’ambientazione, era largamente plausibile, poiché erano emerse diverse tracce “vampiriche” nel gioco principale: qualcosa si annidava tra le ombre e una pista che non era certamente sfuggita ai giocatori più attenti portava ad ovvie conclusioni: CDPR volva dare il giusto spazio a questi predatori naturali. Alcune frasi dello stesso Geralt in sede di investigazione non tradivano il proposito di dedicarsi ad una ricerca postuma agli eventi “vampirici” occorsi in TW3. Cosa che, in effetti avvenne, precisamente con la seconda espansione.

TW3 è colmo di missioni secondarie nascoste e segrete, questa la trovate solo se esplorate le fogne di Novigrad a loro volta celate ad occhi indiscreti. Ma questa stessa missione non è l’unica sui vampiri ad onor del vero…a distanza di anni, mentre la stampa scopre l’ascensore di Kaer Trolde (…) TW3 resta un gioco pieno di zone nascoste e segrete.

Sangue e Vino, straordinaria assonanza fin dalla titolazione stessa, è il secondo ed ultimo contenuto scaricabile della magnifica storia di Geralt di Rivia & soci, segue direttamente le vicende narrate in Hearts of Stone, altra espansione estremamente sofisticata, folcloristica come poche, letteralmente strabordante di un incredibile lavoro di citazionismo, ricostruzione e reinterpretazione della figura diabolica-maligna, presente in tante altre opere e leggende dell’ingegno umano. Un attento ed entusiasmante patchwork di riferimenti letterari e della narrativa più classica, da William Hauff a Pan Twardowski, dal Faust di Goethe a Stephen King, da Robert Johnson a Lele Gaunt. Benché sia una magra e ben misera descrizione, anche questa prima espansione è magistrale, ora però torniamo mesti su B&W, per non perderci nelle ombre.

Facciamo un gioco Gamers. Nei commenti sotto citatemi due personaggi shakespeariani come Iris e Olgried (Hearts of Stone) o così straordinariamente scritti, a scelta.  

La missione principale dell’espansione inizia vicino a Novigrad, presso la solita bacheca degli annunci nei pressi di Oxenfurt, dove spesso troviamo annunci a dir poco pittoreschi. Una volta accettata la missione ci si sposta presso un iper-luogo (ovvero spazi mediali anziché concreti - Jean Beaudrillard docet) fiabesco e favoloso, una terra colorata, spalmata su una vasta regione completamente nuova da esplorare, letteralmente piena di segreti, storie, personaggi semplicemente indimenticabili. Un luogo apparentemente colorato e ricco di vita, ma che in realtà cela un’oscura e cupa storia di sangue ed eredità negata. La nostra fedele mappa del litorale del Continente o del Vecchio Mondo (così gnomi e nani erano solito appellarlo in tempi remoti) viene sostituita dalla regione meridionale del Toussaint, (per carità pronuncia alla francese “Tuàssant” con la “i” muta)

Un regno completamente nuovo, non ancora toccato e debitamente spolpato dalla sfiancante guerra che sta dilaniando l’Impero di Nilfgaard ed i regni nordici. Guerra che abbiamo avuto modo di conoscere nel gioco principale. Anche questo nuovo territorio è modellato con una maestria unica, sulle regioni vinicole del sud della Francia e della nostra amata Toscana ma pure il lago di Como. Aguzzate la vista nella galleria sottostante, farete fatica a distinguere cosa appartiene al videogioco e cosa invece, al mondo reale.








In questa nuova regione, la missione principale è incentrata sulla cattura di una bestia di origine sconosciuta che sta affliggendo il Ducato, e che sta decimando nobili cavalieri e dame. Fin da subito, capiamo di che pasta siano fatte le letali creature che vessano questa terra di vigneti, promontori e dolci declivi con rigogliose spianate di fiori ed erba verde.
La faccenda si fa dannatamente seria quando tentiamo di salvare alcuni braccianti dentro una polverosa cantina e ci illudiamo, subito dopo, di aver concluso il contratto stipulato. Abbiamo invece, solo iniziato a scalfire vagamente la superficie dell’avventura più oziosa ma anche più poetica dedicata a The Witcher 3 di sempre. 
 
Ed è subito ruspante Polonia

Vino e sangue s'era detto

La nostra missione principale non è nemmeno agli inizi, nessuno sa esattamente che aspetto abbia la bestia in questione o che tipo di creatura sia, si sa solo che è veloce, intelligente ed estremamente feroce. Quel cadavere al suolo a cui abbiamo appena staccato la testa, dopo una furiosa lotta tra le botti di vino, non corrisponde a quello che in effetti ci ha portato in questa terra, la descrizione non corrisponde: il mostro si aggira ancora nel Ducato ed è ancora famelico, bramoso di sangue e vite.
Sempre aderendo al gioco principale, anche se questo articolo non vuole essere assolutamente men che mai una recensione, è bene puntualizzare che Geralt può completare la missione principale dopo un lunga e toccante avventura oppure dedicarsi alle varie missioni secondarie ed opzionali. Ciò che in realtà però contraddistingue questa magnifica espansione, sotto molteplici punti di vista e che ci interessa da vicino, sono alcune pregevoli aggiunte operate in sede narrativa, non prettamente ludica.

Ho scoperto un aspetto interessante sul gioco. La festa di Ognissanti in Francia segna una pausa scolastica e lavorativa a metà strada tra l'estate e il Natale. Per i cattolici francesi, “la Toussaint” è un momento speciale per onorare i morti, per visitare i cimiteri e mettere fiori sulle tombe. Può essere anche un momento molto importante per l’intimità delle famiglie che possono trascorrere una giornata insieme in un'atmosfera pacifica e rilassata, tesa ad escludere i soliti litigi familiari. Anche se i rimpianti e il dispiacere possono essere fonte di tensione, la Toussaint è un'opportunità per rafforzare i legami familiari trascorrendo una bella giornata insieme o esprimendo un dolore comune. Questa giornata cade il 1 Novembre, ed è sostanzialmente diversa dalla “Commémoration des fidèles défunts” (Giorno dei defunti, la ricorrenza del giorno successivo) Curiosamente entrambi questi aspetti, ovvero legami famigliari e legami ultraterreni sono toccati da Blood and Wine.

Narrativamente questa ricca espansione introduce moltissimi nuovi personaggi, alcuni Geralt li ha incontrati nelle sue precedenti avventure videoludiche, altri, al di fuori dell'ambito dei giochi, ovvero nei romanzi di Sapkowski. Ecco perché tendo a suddividere l’esperienza maturata su TW3 in due nette e distinte prassi videoludiche**

Ma andiamo per gradi di degustazione.

Fin da subito il tono dell’espansione è chiaramente sorretto da un’ efficace dualità che fa da sfondo per l’intera espansione, una contrapposizione vincente di toni ed ambientazioni da autentico capogiro. Da una parte abbiamo il mondo vivo e prosperoso della Duchessa Anna Henrietta, dall’altro le macilente e mortifere atmosfere vampiresche; si osteggiano il senso di giustizia della Duchessa e la grandeur opulenta di una terra fausta e le mire delle potenti creature ultraterrene che hanno fame e bramosia di questa landa di sogno. Il sangue dei vigneti viene mescolato con il sangue degli innocenti, amalgamato sapientemente in un’avventura dal sapore persistente e fruttato che durerà a lungo nella vostra memoria e sul vostro palato di giocatori.

Geralt e la Duchessa Anna si sono già incontrati nei romanzi, parte delle frecciatine che si scambiano ad ogni incontro, stuzzicandosi a vicenda, possono essere comprese solo se si hanno letto i libri. Tuttavia la loro collaborazione e la magnifica stestura di caratteri decisi e distanti, renderà palpabile il loro strano rapporto di subordinanza e reciproco sostegno. Non finirà come vi aspettate. 

Prima di perderci in una precisa digressione filologica di questa espansione, è interessante vergare alcune righe; rigorosamente con l’inchiostro rosso, ed analizzare i vampiri di Sapkowski, l’autore polacco di The Witcher. I vampiri sono effettivamente presenti nelle opere originali dell’autore, anche se solo marginalmente, formano tuttavia un grande notturno flagello per gli uomini e le donne del Continente che hanno la sfortuna di incrociare la loro strada e diversi witcher sono caduti affrontandoli. I dettagli specifici dei vampiri superiori sono volutamente scarsi nei romanzi, poco chiari ed ambigui, come è giusto che sia, per creare un mistero del resto non serve accendere la luce, le ombre devono nascondere e celare le forme esatte di quello che si guarda. Inoltre questo gioca nettamente a favore dei vampiri, in termini squisitamente narrativi, i vampiri non ci tengono poi troppo a rivelarsi, sono pochi, sparsi nel Continente, tuttavia si tengono in contatto, si fiancheggiano spesso, si radunano per le loro celebrazioni sanguinose ed innominabili.

È interessante notare inoltre, che i vampiri nelle opere di Sapkowski rompono con molti stereotipi popolari ed antropocentrici legati alla figura del vampiro stesso. In particolare, i classici repellenti per vampiri come l'acqua santa, i crocifissi, l'aglio, i paletti di legno, l’argento (ecc…) non sono altro che mero folclore all'interno della saga di Witcher per la gran parte dei vampiri. Non funzionano questi mezzucci. O quantomeno, non è dato a sapersi se effettivamente siano utili contro di loro o meno. Come sappiamo, questi specifici aspetti di sovente sono utilizzati con una certa maestria in moltissime opere vampiriche che si legano alla nobile arte dei videogiochi, ma anche alla settima arte. Dove abbiamo “I Figli della Notte” spesso ironizzare su queste scemenze umane, frutto di paure e superstizioni ataviche e assai molto più spesso, bluffare sulla loro effettiva efficacia o meno.

«Durante il corso dei secoli Signor Vincent, maturiamo una certa tolleranza verso questi gingilli sacri» Pronuncia una stupenda Regine Dandrige (Julie Carmen), in Fright Night 2 (Ammazzavampiri 2) Mentre osteggia la visione di una croce. È solo il primo esempio che mi sovviene, quando si parla di farsi beffe delle credenze degli esseri umani che provocherebbero una naturale ritrosia nei vampiri. Questa duologia (adorabile) di film cult degli anni ottanta è stata devastata dalla wave dei remake anni 2000. Che ve lo dico a fare.

Ad esempio, Regis, il vampiro superiore che accompagna Geralt per un certo periodo di tempo nei romanzi e anche in Blood and Wine, una volta è stato decapitato, trafitto al cuore, spruzzato con acqua santa e infine sepolto, ma ciò non gli ha mai impedito di rigenerarsi, anche se lentamente.
I vampiri nei videogiochi di Cd Projekt Red hanno subito un enorme upgrade dagli scritti dell’autore polacco, sia per questioni meramente legate alle dinamiche stesse del videogioco; poiché si prestano enormemente a queste finalità, sia perché i vampiri possiedono una vena pressoché inesauribile aspetti legati al campo del fantastico oscuro (dark fantasy). Deve essere stato estremamente stimolante per i dev di CDPR inventare appendici vampiriche specifiche per questa espansione, sembra che i polacchi abbiano abbracciato una natura simile a quella riscontrata in Warhammer, leggendario boardgame strategico di Games Workshop (a cui sono seguiti una mole sterminata di videogiochi). L’azienda polacca sembra aver realizzato un vero e proprio “Codex” sui succhiasangue per questa espansione.

Emiel Regis Rohellec Terzieff-Godefroy, meglio conosciuto semplicemente come Regis, è un personaggio che appare in Blood and Wine. Regis è un vampiro superiore, aveva più di quattrocento anni quando incontrò per la prima volta Geralt di Rivia nei libri (alloggiava nel suo piccolo cottage estivo vicino a Fen Carn, un vecchio cimitero elfico lontano dalle strade principali) e ora è tornato in questa espansione. Solitamente operazioni simili sono difficili da portare a compimento, il transfert libro>videogioco è spesso ostico. Ma ancora una volta CDPR lascia piacevolmente a pancia piena, specialmente per i lettori dei libri. Regis è scritto con un’invidiabile maestria.

Come abbiamo precedentemente accennato, CDPR ha lavorato molto sulla figura dei vampiri in-game, classificando meticolosamente razze, specie e sottospecie, offrendo dettagli biologici di ciascuno dei gruppi tassonomici di questi esseri non-morti. I vampiri neila saga di The Witcher ma anche Gwent: The Witcher Card Game, sono suddivisi in due grandi rami famigliari, comunemente classificati dai witcher del Vecchio Mondo come “Basso Rango” e vampiri di “Alto Rango” entrambi sono della razza definita Upirs (Upiri)

I vampiri di basso rango sono gli Ekimma, Fleder, Katakan, Garkin (o anche Alpha Garkin) i Plummard…e chissà quanti altri. Già, perché non è dato esattamente a sapersi quante e quali razze di vampiri minori ci siano con precisione nel Vecchio Mondo, e non è nemmeno certo ai biologi di Oxenfurt se questa razza abbia la possibilità di comunicare tra loro o se possano perfino collaborare tra specie…il sospetto che possano farlo è realmente terrorizzante per alcuni witcher anziani e brontoloni.
Il primo ceppo di queste creature conserva in effetti i tratti evidenti di una natura vampirica mostruosa, non troppo dissimile da altre brillanti interpretazioni videoludiche come L’epopea leggendaria di Legacy of Kain.
Si tratta di creature orribili a vedersi, con le loro mascelle larghe e dentate, musi piatti e sgradevoli e corpi completamente glabri, spesso verrucosi, con denti ed artigli in bella mostra, orecchie prominenti, membrane alari sepolte tra le carni ed altri disgustosi tratti bestiali e ferini. Queste bestie hanno spesso andature goffe, sono dotati di scasa intelligenza, feroci e temibili sul campo di battaglia, ma relativamente facili da debellare. Una lama d’argento causa ingenti danni ai loro putrefatti corpi, l’acqua santa e sole possono facilmente distruggerli e un witcher veterano può rapidamente sgominarli, a patto di giocare d’astuazia e non lanciarsi in mezzo ad un branco in preda alla frenesia di sangue.

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